A caccia senza
regole, altri
52 denunciati

di P.BAL.
Il pettirosso è una delle specie maggiormente prese di mira Uno dei tanti carnieri costituiti da uccelli protettiUn’altra istantanea della caccia senza regole nel Bresciano
Il pettirosso è una delle specie maggiormente prese di mira Uno dei tanti carnieri costituiti da uccelli protettiUn’altra istantanea della caccia senza regole nel Bresciano
Il pettirosso è una delle specie maggiormente prese di mira Uno dei tanti carnieri costituiti da uccelli protettiUn’altra istantanea della caccia senza regole nel Bresciano
Il pettirosso è una delle specie maggiormente prese di mira Uno dei tanti carnieri costituiti da uccelli protettiUn’altra istantanea della caccia senza regole nel Bresciano

Facendo un calcolo rapido e probabilmente approssimato per difetto, sommando i numeri dei carabinieri forestale, della Polizia provinciale e (adesso) quello degli operatori volontari del Wwf, nell’arco di questa stagione venatoria (non ancora finita) nel Bresciano sono state denunciate per bracconaggio poco meno di trecento persone: nella maggior parte dei casi titolari di licenza di caccia. Eppure gli appassionati della pratica venatoria sono in calo, a quota ventimila a livello provinciale, e gli operatori addetti alla sorveglianza venatoria sono pochissimi. SONO proprio le guardie venatorie volontarie del Wwf, attive da decenni sul territorio, a sottolineare l’importanza del problema presentando il bilancio (parziale) dell’attività di vigilanza svolta alle nostre latitudini. «Passano gli anni, gli uccelli migratori sono in continuo calo, diminuiscono i cacciatori ma il bracconaggio in Lombardia non conosce crisi», affermano ricordando i 52 bresciani denunciati finora. «L’abbattimento di specie protette e l’uso dei richiami elettroacustici, che sono vietati per legge, sono i reati più frequenti», commenta il coordinatore delle guardie del Wwf Lombardia Antonio Delle Monache. Il quale poi passa a elencare tutte le specie tutelate trovate tra la selvaggina sequestrata ai denunciati. Ben 17 tra protette e particolarmente protette: ovvero capinera, pettirosso, beccafico, balia nera, torcicollo, pispola, fringuello, ballerina bianca, fanello, peppola, spioncello, migliarino di palude, cinciarella, codirosso spazzacamino, frosone, codirosso e tottavilla. «I DENUNCIATI - prosegue Delle Monache - continuano a praticare un’attività che porta alla desertificazione faunistica delle campagne, e un episodio tra quelli che abbiamo scoperto sintetizza bene questa realtà: tre persone sorprese dai nostri volontari a Gottolengo il 22 dicembre avevano abbattuto solamente uccelli protetti, vale a dire undici pettirossi, cinque tottaville e due fringuelli». Dei 52 bresciani finiti nei guai, sette sono stati sorpresi dalle guardie in trasferta, 6 nel Pavese e uno nel Lodigiano, e in generale, prosegue l’analisi, «quest’anno abbiamo riscontrato in più casi che i titolari di licenza sorpresi a commettere illeciti penali erano recidivi, a volte già denunciati da noi o da altri organi di polizia. In due casi addirittura da pochi giorni. Ciò dimostra l’efficacia dell’attività di vigilanza, ma anche lo scarso deterrente che le norme esistenti hanno su persone che fanno del bracconaggio anche un business. È necessario inasprire le pene, prevedendo la sospensione della licenza nei casi più odiosi, quando la quantità di animali uccisi dimostra la deliberata volontà di violare la legge». •

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