A Castegnato e San Felice gli altri «strappi» nella rete

Rete di assistenza inefficace
Rete di assistenza inefficace
Rete di assistenza inefficace
Rete di assistenza inefficace

+ Tre indizi non fanno una prova, ma è ormai lampante che il sistema comprensoriale di gestione della rete dei medici di base varato dalla Regione presenta falle evidenti, da rammendare rapidamente anche e soprattutto alla luce dell’esperienza vissuta durante la pandemia. A INIZIO GENNAIO a San Felice si erano trovati senza medico di base 800 persone, costrette a rivolgersi a professionisti di paesi limitrofi perchè due dei tre ambulatori disponibili in paese avevano cessato l’attività. A Castegnato i disagi si sono manifestati in due riprese. Dal novembre del 2019 al gennaio del 2020, data della nomina del sostituto, in 1300 persone erano rimaste senza assistenza. Tutto bene? No, perchè a marzo in piena epidemia da coronavirus 600 pazienti sono rimasti nel limbo per un equivoco sulle procedure di scelta del medico di base. Va precisato che la scelta di sostituire o meno un medico di medicina generale in uno specifico Comune non è frutto di una libera scelta di Ats, ma si tratta di una decisione codificata dalle norme. Dove la rosa dei medici disponibili è compatibile con il bacino di utenza della popolazione, non è consentito procedere con la sostituzione del professionista che si trasferisce o va in pensione. Si ragiona in un’ottica di comprensorio e rete che non tiene tuttavia conto delle scarsità di collegamenti di mezzi pubblici o che spesso accorpa paesi distanti tra di loro. A pagare dazio sono le fasce più deboli: gli anziani e le persone con patologie che richiedono un costante ricorso al medico di base.

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