Centro islamico, elezioni ad alta tensione

di Valerio Morabito
La sede del centro culturale e di preghiera islamico di Montichiari
La sede del centro culturale e di preghiera islamico di Montichiari
La sede del centro culturale e di preghiera islamico di Montichiari
La sede del centro culturale e di preghiera islamico di Montichiari

L’elezione democratica ha rischiato di trasformarsi in una rissa collettiva. Solo l’intervento tempestivo dei carabinieri ha evitato che la situazione degenerasse. No, non stiamo parlando delle amministrative che sette giorni fa hanno eletto sindaco di Montichiari Marco Togni, ma dell’assemblea chiamata a rinnovare le cariche dell'associazione che gestisce il luogo di preghiera islamico in via Trieste. Attorno alle 23 dell’altra sera una pattuglia dei carabinieri di Calvisano impegnata nei servizi di prevenzione predisposti dalla Compagnia di Desenzano, è stata chiamata a intervenire nel centro culturale islamico. I militari hanno dovuto fare da pacieri e tranquillizzare due marocchini che dentro il capannone, che ufficialmente è adibito a sala riunioni e centro culturale settimanale, hanno avuto un violento diverbio per la nomina del presidente della loro associazione islamica. L'ARRIVO DEI CARABINIERI ha evitato che la discussione degenerasse, anche perché tra il resto dei delegati dell’associazione suddivisi in due fazioni, il clima si stava facendo sempre più teso e rovente. Al centro del contendere, da quanto è stato appurato, c’era la scelta dei candidati alla carica di presidente del gruppo. I carabinieri hanno identificato tutte le persone, poi sfoggiando grande diplomazia hanno invitato i componenti dell’associazione a mantenere un atteggiamento più consono alle finalità del sodalizio nato per promuovere i valori religiosi dell’Islam. Fortunatamente la situazione è tornata rapidamente alla normalità. L’attività del centro culturale di via Trieste del resto non ha mai creato problemi di ordine pubblico sul territorio di Montichiari. Anzi, l’associazione ha allineato il capannone a tutte le direttive di sicurezza e urbanistiche imposte dalla legge. Dallo scorso inverno tra l’altro la onlus ha avviato una raccolta di fondi nella comunità musulmana con l'obiettivo di reperire le risorse finanziarie necessarie a far diventare l’immobile di via Trieste a tutti gli effetti una moschea, mentre adesso ospita anche un'abitazione privata del custode. Sul conto corrente bancario gli islamici stanno versando denaro per trasformare il loro sogno in realtà. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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