Due strade in
ostaggio di vandali
e degrado

di Cinzia Reboni
La pista cicopedonale di Manerbio  è   un ricettacolo di degrado L’attraversamento  incriminato Il luogo di ritrovo dei vandali
La pista cicopedonale di Manerbio è un ricettacolo di degrado L’attraversamento incriminato Il luogo di ritrovo dei vandali
La pista cicopedonale di Manerbio  è   un ricettacolo di degrado L’attraversamento  incriminato Il luogo di ritrovo dei vandali
La pista cicopedonale di Manerbio è un ricettacolo di degrado L’attraversamento incriminato Il luogo di ritrovo dei vandali

Sotto assedio. In ostaggio dei vandali diurni e degli effetti collaterali della «movida degli eccessi» notturna. L’asticella della qualità della vita dei residenti che si affacciano sulla pista ciclopedonale tra via Insurrezione Nazionale e via Mazzini a Manerbio è scesa ai minimi storici. La ciclovia è diventata terra di nessuno. O meglio, terra di conquista di bande di giovani che ne hanno fatto il loro ritrovo, la loro «zona franca». Atti di vandalismo, schiamazzi e rumori molesti, accompagnati da assunzione di bevande alcoliche e sostanze stupefacenti. SENZA TRASCURARE La sporcizia: bottiglie rotte, rifiuti abbandonati e muri delle case trasformati in orinatoi a cielo aperto. Una situazione di degrado che si è ormai cristallizzata al punto da spingere oltre cento cittadini residenti nelle zone limitrofe a sottoscrivere una petizione per chiedere al Comune di intervenire urgentemente. «Il problema è noto da tempo, ma è sempre più degenerato - scrivono i firmatari - e incide su una comunità di residenti che vive quotidianamente sulla propria pelle una sorta di stato d’assedio ad ogni ora del giorno, ma soprattutto di sera e di notte». I CITTADINI non nascondono di essere sopraffatti da «un senso d’impotenza, e soprattutto di abbandono istituzionale», e chiedono al Comune «una concreta e urgente risposta istituzionale che coniughi la tutela del diritto alla tranquillità e serenità abitativa all’interesse generale del ripristino di un pieno ed indisturbato uso sociale del percorso ciclopedonale». Come? «Riteniamo indispensabile un’ordinanza ad hoc, supportata da appositi segnali sul percorso, che sottoponga il tratto ciclopedonale, senza limiti di orario, al divieto di bivaccare con disturbo alla quiete pubblica - si legge nella petizione -. Segnaliamo anche la necessità di un adeguato intervento di potenziamento dell’illuminazione pubblica, attualmente insufficiente e inadatta Così come è necessario il ripristino delle telecamere già installate». Ma non solo. I cittadini invocano più controllo e vigilanza sul territorio, «almeno con un sopralluogo giornaliero della Polizia locale negli orari di servizio, ed un programma di controllo serale in sinergia con i carabinieri». I firmatari della petizione fanno anche riferimento al quadro normativo che rende l’intervento del sindaco un obbligo. All’Amministrazione comunale spetta per l’onere della «sicurezza urbana» definita come «bene pubblico legata alla vivibilità e al decoro». STANDO SEMPRE ai promotori della petizione, il primo cittadino potrebbe ricorrere a ordinanze mirate «per salvaguardare la comunità dal degrado». Il caso della ciclabile è del resto lo specchio di una situazione più complessa legata a fenomeni che si sovrappongono come la vendita di alcolici ai minorenni (su cui l’Amministrazione civica si è mossa con incisività imponendo un giro di vite nei controlli su bar ed empori aperti fino a tarda sera) e un vandalismo diffuso che non risparmia altri luoghi del paese. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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