Ex-Covid, ora c’è anche l’ospedale di Leno

di Milena Moneta
Un reparto per gli ex-Covid all’interno dell’ospedale di Leno: resterà aperto fino alla metà di giugno
Un reparto per gli ex-Covid all’interno dell’ospedale di Leno: resterà aperto fino alla metà di giugno
Un reparto per gli ex-Covid all’interno dell’ospedale di Leno: resterà aperto fino alla metà di giugno
Un reparto per gli ex-Covid all’interno dell’ospedale di Leno: resterà aperto fino alla metà di giugno

All’interno dell’ospedale di Leno uno spazio sarà momentaneamente riconvertito per l’emergenza Covid-19. L’Asst del Garda ha infatti destinato un reparto all’accoglienza dei pazienti dimessi con diagnosi di infezione da Coronavirus e clinicamente guariti ma non in grado di osservare l’isolamento obbligatorio di due settimane nella loro residenza per motivi logistici o famigliari. Insomma, pazienti ex Covid che non possono tornare a casa perché la loro abitazione non consente il necessario isolamento o perché i famigliari non possono provvedere a loro. IL PRESIDIO resterà aperto fino al 15 giungo e sarà accessibile su segnalazione dei reparti che dimettono i ricoverati tornati negativi. La riconversione riguarda il reparto che il nuovo Pot - presidio ospedaliero territoriale - avrebbe dovuto destinare con 20 posti letto ai degenti sub acuti, cioè a chi dimesso dall’ospedale ha bisogno di terapie e riabilitazioni post operatorie, o ai malati cronici che necessitano di essere seguiti. Il nuovo reparto doveva essere inaugurato e quindi entrare in funzione a marzo, dato che nel frattempo la struttura di Pontevico che accoglieva questi pazienti era stata chiusa. L’emergenza ha rimandato ogni intervento fino all’attuale decisione: il direttore sanitario Roberta Brenna ha individuato nella struttura lenese la collocazione idonea per far trascorrere il periodo di isolamento obbligatorio previsto dalla normativa. IL REPARTO è composto da 15 stanze con bagno a uso esclusivo per altrettanti pazienti. Inoltre l’ospedale può fornire quel minimo di monitoraggio richiesto nel corso della giornata, considerato che si tratta di persone autosufficienti e autonome anche nella gestione di eventuali terapie. Il presidio fornirà servizio di accoglienza, assistenza per 24 ore, supporto psicologico, pulizia della camera e relativa biancheria, distribuzione dei pasti, raccolta e smaltimento dei rifiuti. Infine effettuerà i due tamponi di follow-up finali. «Riteniamo positivo che anche il nostro ospedale possa essere utile - spiega il sindaco di Leno Cristina Tedaldi - Oltretutto risolve anche problemi che noi sindaci abbiamo spesso difficoltà a gestire. Auspichiamo però che, passato il momento, il reparto possa essere utilizzato per i pazienti sub-acuti così come inizialmente previsto». A luglio dovrebbe partire il Pot, secondo quanto promesso dal direttore generale Carmelo Scarcella, così come a luglio dovrebbe riprendere il servizio di riabilitazione di tipo ortopedico con i suoi 50 posti letto in funzione da 15 anni, sospeso sempre per l’emergenza Coronavirus. «Si tratta di un servizio essenziale per tutta la Bassa, dato che non ci sono altri centri di questo tipo in zona - commenta la Tedaldi - Mi auguro anche che la nostra piscina coperta per la fisioterapia, chiusa inspiegabilmente da troppo tempo, possa essere di nuovo utilizzata dai disabili e da chi deve recuperare le proprie abilità motorie». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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