LA CONFISCA

Remedello, il doppio attico del boss sarà rifugio dei poveri

Gli immobili erano stati acquistati per riciclare il denaro sporco
I beni confiscati alla criminalità organizzata diventeranno uno strumento di supporto sociale a Remedello
I beni confiscati alla criminalità organizzata diventeranno uno strumento di supporto sociale a Remedello
I beni confiscati alla criminalità organizzata diventeranno uno strumento di supporto sociale a Remedello
I beni confiscati alla criminalità organizzata diventeranno uno strumento di supporto sociale a Remedello

•• Gli attici confiscati al boss della ‘ndrangheta offriranno un tetto alle famiglie indigenti. L’operazione promossa a Remedello avrà anche un valore simbolico diventando l’emblema della legalità che trionfa sulla criminalità organizzata.

Il sindaco Simone Ferrari conferma che gli immobili assegnati al Comune «saranno utilizzati per fronteggiare l’emergenza abitativa sul territorio». I due lussuosi alloggi si trovano in una palazzina di via Paolo VI, nella frazione di Remedello Sotto. Il valore stimato per difetto è di 250 mila euro.

I mini-attici erano stati acquistati con altri 30 immobili sparsi per l’Italia da un boss a capo di una ’ndrina per riciclare il denaro incamerato da attività criminali che andavano dal traffico di stupefacenti alle estorsioni. Prima della condanna i beni sono stati confiscati e, al termine di una complessa procedura, l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati alla criminalità organizzata ha consegnato al Comune di Remedello a titolo gratuito i due appartamenti con l’obbligo di destinarli a fini sociali.

Un’acquisizione resa ancora più semplice visto che il Comune è dotato di un Regolamento per la gestione dei beni confiscati alle mafie. La Giunta ha deciso di destinare le due case di via Paolo VI al progetto di emergenza abitativa sociale. «Nel nostro progetto – spiega Simone Ferrari – le abitazioni saranno concesse per un periodo determinato a famiglie o singole persone che si trovano in condizioni di emergenza».

Ma non solo. Il progetto sarà rivolto, per esempio, anche a persone che a causa di un incendio per un breve periodo non potranno rientrare nella loro abitazione inagibile. «A Remedello ha trionfato la legalità – sottolinea con orgoglio Simone Ferrari -. Si tratta di un gesto, reso possibile dall’Anbsc, che ha un profondo valore morale. In questo modo i proventi delle attività criminali sono stati convertiti in generosità nei confronti delle persone più deboli del territorio». L’iter si è concluso con una delibera della Giunta comunale che ha inserito i due immobili al patrimonio dell’ente municipale. In questo modo i Servizi sociali, sotto l’egida dell’assessore Elisa Galuppini, avranno uno strumento in più, soprattutto in periodo di crisi sanitaria ed economica, per rispondere con maggiore forza alle emergenze del territorio di Remedello.•.

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