Il traffico di rifiuti lascia un’«eredità» pesante

Pontevico alle prese con la pesante eredità di un traffico illegale di rifiuti
Pontevico alle prese con la pesante eredità di un traffico illegale di rifiuti
Pontevico alle prese con la pesante eredità di un traffico illegale di rifiuti
Pontevico alle prese con la pesante eredità di un traffico illegale di rifiuti

La bonifica va fatta, ma da chi e con quali fondi è ancora tutto da capire. Nei giorni scorsi un nuovo sopralluogo effettuato dalla Polizia locale ha permesso di accertare che nel capannone della Winsystem Group di via Feroldi a Pontevico, trasformato abusivamente in discarica, i rifiuti sono ancora tutti ammassati, esattamente come lo erano tre anni fa. Il «caso» era esploso nel 2018 in seguito ad un blitz dei carabinieri del Noe che aveva portato alla luce un vasto traffico illecito di circa 10 mila tonnellate di scorie, provenienti in particolare dalla Campania, e gestiti in discariche abusive in Lombardia e Veneto. L’operazione, conclusa con 20 arresti, vedeva al centro la Winsystem Group - fallita a dicembre 2019 -, che era stata ritenuta al tempo stesso un terminale di gestione e intermediazione nella gestione illecita dei rifiuti che venivano illegalmente stoccati nei capannoni di Pontevico, Gessate, Torbole Casaglia, Tabellano, Verona e Meleti. L’Amministrazione comunale ha provato a sbloccare la situazione attraverso varie ordinanze, intimando sia alla Winsystem che alla Alzoovet Service, proprietaria del capannone, la bonifica della discarica. La società però, non essendo responsabile dell’inquinamento, ma addirittura vittima della circostanza, ha fatto ricorso al Tar ritenendo di non doversi accollare l’onere del ripristino. La Alzoovet, inoltre, nell’agosto del 2018 aveva risolto il contratto di locazione per «truffa e inadempimento contrattuale», dal momento che la Winsystem Group aveva dichiarato che i locali sarebbero serviti esclusivamente come deposito per stand fieristici. Nelle scorse settimane il Tar ha accolto il ricorso, annullando in sostanza l’atto del Comune. Per bonificare il sito, posto sotto sequestro, sarebbero necessarie diverse centinaia di migliaia di euro. «I rifiuti abbandonati nel capannone vanno rimossi con celerità - sottolinea Salvatore Fierro, coordinatore provinciale dei Verdi - Europa Verde Brescia -, prima di tutto per evitare che diano origine ad una bomba ecologica e poi perchè, se smaltiti in maniera illecita, causerebbero danni ingenti all’ambiente. Chi ha sbagliato deve pagare: l’onere della bonifica non deve gravare sulle tasche dei cittadini». Nei giorni scorsi ha preso il via anche il processo penale, nel quale sia il Comune di Pontevico che la Alzoovet si sono costituiti parte civile. Nel frattempo la discarica di rifiuti provenienti dalla Campania resterà al suo posto. •.C.C C.Reb.

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