Logistica, la nuova città delle merci è pronta

di Massimiliano Magli
L’immenso, nuovo polo logistico di Castrezzato. Altro cemento attorno alla Brebemi
L’immenso, nuovo polo logistico di Castrezzato. Altro cemento attorno alla Brebemi
L’immenso, nuovo polo logistico di Castrezzato. Altro cemento attorno alla Brebemi
L’immenso, nuovo polo logistico di Castrezzato. Altro cemento attorno alla Brebemi

«Il più brutto pacco di Natale che potesse essere donato al territorio della Bassa bresciana». Legambiente non ha dubbi nel definire il nuovo polo logistico nato nella campagna di Castrezzato a fianco della Brebemi e all’ombra del Monte Orfano. Una struttura ormai pronta: sono state attivate tutte le funzionalità di base, dall’illuminazione dell’immobile e dei parcheggi fino al servizio di guardiania. Sembra una piccola città fantasma: le sbarre di ingresso si alzano e si abbassano ma non per far passare i camion. Si muovono per ora solo al passaggio dei manutentori dell’immenso edificio o dei potenziali acquirenti. Chi aveva detto che non si sarebbe più consumato suolo? E chi aveva detto che non si sarebbero più consentite vendite allo «scoperto»? Chi l’ha detto evidentemente non si preoccupa di quello che eufemisticamente si definisce impatto ambientale e meno eufemisticamente devastazione. IN NOME di cosa? Il Comune di Castrezzato, attraverso il sindaco Giovanni Aldi, si dice ancora oggi «all’oscuro dell’acquirente finale. La struttura è stata realizzata da una private equity e sono spaventato dal flusso di traffico legato a una logistica del genere. Per non parlare dei posti di lavoro prodotti da queste realtà che fanno spesso rima con precarietà e bassa qualità della vita del lavoratore: gli stipendi di chi è in mano alle cooperative anche in altri poli logistici parlano chiaro». Sono solo timori, ma sono anche fondati vedendo ciò che circonda la logistica di Castrezzato. Logimea (ora Conad) a Chiari, Italtrans con due poli a Calcio (Bergamo), un’altra logistica in arrivo a Cividate al Piano (Bergamo). Qui la filiera ha visto i proprietari dei terreni vendere alla friulana Techbau di Udine, che a sua volta ha consegnato il volume al fondo Cbre Global investors. Commentando i nuovi 200 mila metri quadri di cemento e asfalto, Legambiente vuole «sbugiardare le promesse fatte in sede di comitato interministeriale, quando si disse che con Brebemi si sarebbe evitato un effetto A4. Sta diventando sempre più chiaro quello che denunciamo da decenni - dice Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia -: nuove strade e autostrade sono il catalizzatore per una crescita incontrollata di capannoni. Grandi piastre di cemento che richiedono a loro volta nuove strade e raccordi, innescando un processo incontrollato che quasi mai riutilizza spazi già urbanizzati o capannoni dismessi, preferendo invadere centinaia di ettari di coltivazioni». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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