Messaggi di speranza nel giorno del dolore

di Massimiliano Magli
Le due bare  affiancate durante il funerale nella parrocchiale di Travagliato FOTOLIVE
Le due bare affiancate durante il funerale nella parrocchiale di Travagliato FOTOLIVE
Le due bare  affiancate durante il funerale nella parrocchiale di Travagliato FOTOLIVE
Le due bare affiancate durante il funerale nella parrocchiale di Travagliato FOTOLIVE

C’era un silenzio irreale ieri pomeriggio a Travagliato, denso di un dolore difficile da tradurre in parole. Alle 15 due carri funebri scortati dalla polizia locale hanno percorso via Roma fino a raggiungere la parrocchiale dei santi Pietro e Paolo: trasportavano le salme di un padre, Danilo Ghitti, 55 anni, e della figlia Chiara appena 25enne, la vittime sabato scorso a Cremona di un incidente stradale che li ha coinvolti mentre facevano una gita in moto. All’ingresso della chiesa tanti amici e concittadini, il libro delle firme zeppo di saluti, il gruppo di Protezione civile (con il quale Danilo aveva collaborato) e il sindaco Renato Pasinetti, tra i primi ad abbracciare idealmente il dolore della moglie e mamma Carolina Cavallini coinvolgendo proprio i volontari del gruppo per sostenere la donna in questi momenti di enorme dolore. «Siamo scossi nel profondo», ha detto il primo cittadino. Poi, quando le due bare in legno chiaro si sono allineate per l’ingresso la commozione ha avuto il sopravvento. Al parroco don Dino Decca è toccato l’impossibile compito di consolare Carolina e gli altri parenti delle vittime. Tra le letture, quella della speranza in un aldilà senza dolore: «Il Signore eliminerà la morte per sempre, asciugherà le lacrime su ogni volto, farà scomparire da tutta la Terra l’ignominia del suo popolo». Ma anche il Vangelo di Luca che racconta la speranza nella resurrezione. Chiara come Danilo non sono come il ragazzo di Nain che Gesù resuscitò, «unico figlio di una madre rimasta vedova. Queste vicende evangeliche - ha detto don Dino - raccontano di una vita che sfugge al dolore e alla morte confermando l’onnipotenza di Dio. Ed è con questo messaggio di resurrezione e di speranza che posso chiedervi di confidare nella fede e di non preoccuparvi delle lacrime, anzi non piangete. San Francesco citava la morte come sorella: non è facile, ma è un messaggio che ci conferma nella nostra immensità oltre il corpo». Ex operaio, Danilo era originario di Iseo ma si era fatto molto apprezzare a Travagliato dove si era trasferito da qualche tempo. La figlia Chiara lo seguiva ovunque, dalla montagna ai viaggi in moto; l’ultimo li ha uniti tragicamente per sempre.•.

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