Narcotraffico e clan: inflitte pene per oltre cinquantasei anni

di V.MOR.
La droga arrivava a Montirone
La droga arrivava a Montirone
La droga arrivava a Montirone
La droga arrivava a Montirone

La Bassa era il crocevia del traffico di stupefacenti gestito da una banda di narcotrafficanti con presunte entrature nella ’ndrangheta. Montichiari era il luogo di smistamento del viaggio settimanale di 50 chili di cocaina provenienti da San Luca, in provincia di Reggio Calabria e destinati al mercato clandestino del Nord. E proprio in località Fascia d’oro, nel maggio del 2016 venne bloccata una partita di droga. Il retroscena emerge dalla recentissima sentenza della Cassazione che ha confermato le condanne inflitta in primo e secondo grado a Giuseppe Giorgi e Rosario Sarcone, che dalla Brianza erano arrivati a Montichiari per ritirare i carico di stupefacenti proveniente dalla provincia di Reggio Calabria. Nessuno sconto di pena neppure per Antonino Gattuso, Vittorio Favasuli, Federica Mariani e Salvatore Massimo Sculli, residenti nel milanese. Gli imputati dovevano rispondere a vario titolo di associazione di tipo mafioso, estorsione, detenzione e porto abusivo di armi. Le pene inflitte vanno da un minimo di 5 anni e 6 mesi a un massimo di 11 anni e 7 mesi. Complessivamente sono stati inflitti oltre 56 anni di reclusione. Nel ricorso i legali della difesa avevano chiesto la caduta dell’aggravante dall’as- sociazione di tipo mafioso. Ma i giudici hanno respinto la richiesta facendo riferimento «alla gestione di ingenti somme di denaro da parte di persone stabilmente collegate tra loro ed incuranti dei rischi, l’ingente disponibilità di armi, droga e denaro e il sistematico ricorso a prestanome per le auto impiegate nel trasporto dello stupefacente». Modelli operativi insomma che ricalcano quelli della criminalità organizzata. Nelle motivazioni si fa anche riferimento ai collegamenti con persone legate ai clan emerse nelle intercettazioni telefoniche. •

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