Orrori nella cascina trasformata in macello

di Massimiliano Magli
La cascina a Cizzaghetto trasformata in un macello abusivo
La cascina a Cizzaghetto trasformata in un macello abusivo
La cascina a Cizzaghetto trasformata in un macello abusivo
La cascina a Cizzaghetto trasformata in un macello abusivo

Le denunce rimediate nel passato non sono evidentemente servite a molto, e a Roccafranca è tornata a occupare la scena una storia che mescola maltrattamenti animali, violazione di tutte le norme igieniche e, forse, povertà. Protagonista, ancora una volta, il conduttore ghanese di una cascina che si ostina a macellare abusivamente capi ovini senza alcuna autorizzazione. IL CASO è tornato alla ribalta nei giorni scorsi, dopo che già altre volte il macellaio senza regole era stato pizzicato e colpito da verbali dai carabinieri e dell’Ats. Una vicenda che va avanti da quasi dieci anni. Le forze dell’ordine sono state informate grazie a una segnalazione dei vicini e sono nuovamente intervenuti in questo mattatoio vergognoso, in cui vengono regolarmente uccisi e sezionati prevalentemente ovini adulti e giovani. In questo caso i militari e l’Ats hanno documentato la macellazione illegale di una trentina di agnelli, ovviamente privi di ogni documento che ne attestasse l’origine e quindi anche acquistati (e venduti dagli allevatori) in modo illecito. Le carcasse degli animali sgozzati sono state poi trovate in uno sfondo igienicamente decisamente compromesso: una cascina frequentata da una famiglia che accumula ogni cosa che trova, immagazzinandola dove capita nell’immobile che è stato concesso con una sorta di comodato. Siamo in località Cizzaghetto, nella campagna a Est dell’abitato. Una volta arrivati sul posto, colpiti dall’odore nauseabondo di carne i militari e i tecnici sanitari hanno voluto vederci chiaro intimando l’apertura di tutte le stanze dell’edificio, e così hanno trovato decine di carcasse di animali stoccate in condizioni inaccettabili dal punto di vista sanitario e anche per questo messe sotto sequestro. Sulla base di un calcolo approssimativo, la carne finita sotto sigilli avrebbe un valore di circa 6 mila euro. Il macellatore riceverà a breve un verbale che si annuncia particolarmente salato, ma manca all’appello il fornitore degli agnelli: da queste parti funziona infatti una filiera anonima e fuorilegge che ora gli inquirenti intendono smantellare per evitare nuovi casi come questo. Le indagini sono concentrate su allevamenti minori, soprattutto di dimensione familiare, della zona circostante. Resta da vedere se il meccanismo si fermerà davvero: la segnalazione dei vicini parlava pure di falò anche a tarda sera per preparare grigliate per amici e parenti. •

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