Patteggia cinque anni di pena per il doppio omicidio stradale

di Paolo Cittadini
Il recupero delle salme nel dicembre dello scorso annoGianfranco Vicardi
Il recupero delle salme nel dicembre dello scorso annoGianfranco Vicardi
Il recupero delle salme nel dicembre dello scorso annoGianfranco Vicardi
Il recupero delle salme nel dicembre dello scorso annoGianfranco Vicardi

Il 14 dicembre dello scorso anno, al volante della sua Volvo V50 aveva falciato e ucciso due ciclisti che pedalavano in via San Rocco, una stretta strada di campagna che collega Verolanuova a Pontevico portando fino alla provincia di Cremona. Ieri Mirko Gianesini, un 36enne saldatore nato nel Milanese ma da sempre di casa a Verolanuova, ha patteggiato per quel duplice omicidio stradale cinque anni di reclusione, concludendo così la sua vicenda processuale davanti al gup Alessandra Sabatucci. A perdere la vita quel sabato pomeriggio erano stati due cremonesi: Francesco Bianchi di 70 anni e il suo amico di tre anni più giovane, Gianfranco Vicardi. Gianesini era risultato positivo all’alcoltest - nel sangue aveva un livello che superava di oltre tre volte il limite consentito - mentre la sua auto era senza revisione e pure senza assicurazione. Era stato naturalmente arrestato e da quel giorno si trova in carcere. In questi mesi, infatti, nessuno tra amici e familiari è stato disponibile ad accoglierlo ai domiciliari, e non è stata trovata alcuna struttura in grado di ospitarlo per fargli lasciare la cella in cui vive ormai da sette mesi. Qualcosa poterebbe sbloccarsi nei prossimi giorni, ma per il momento resta detenuto. «CHIEDO SCUSA, mi dispiace per quello che ho fatto e sono pentito», ha detto in aula ieri mattina in occasione dell’udienza preliminare al termine della quale il giudice ha accolto l’applicazione della pena su richiesta delle parti. A risarcire le parti civili dovrà intervenire il fondo per le vittime della strada: il 36enne risulta infatti nullatenente e la compagnia di assicurazione non ha potuto pagare nulla visto che l’automobile non era più coperta da qualche tempo. L’incidente era avvenuto intorno alle 15: i due ciclisti pedalavano verso Cremona, la Volvo V50 correva oltre il limite dei 70 all’ora in direzione opposta. Un impatto tremendo. I due amici cremonesi erano stati sbalzati dalle selle ed erano morti sul colpo. Gianesini si era subito fermato chiedendo l’intervento dei soccorritori, e in attesa delle ambulanze era stato proprio lui a cercare di rianimare una delle vittime praticandogli - purtroppo inutilmente - il massaggio cardiaco. «Me li sono trovati davanti all’improvviso - aveva spiegato ai carabinieri -. Sono rimasto abbagliato dal Sole e quando li ho visti era troppo tardi». Quindici anni fa a perdere la vita in un incidente stradale era stato il padre del 36enne. Emanuele Gianesini, 52 anni, era infatti rimasto ucciso in un drammatico schianto sulla Quinzanese, tra Borgo San Giacomo e San Paolo. •

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