Piante bonsai invece
che alberi. Boschi
anti-polveri nella bufera

di Valerio Morabito
In via delle Allodole è iniziata l’opera di messa a dimora delle piante
In via delle Allodole è iniziata l’opera di messa a dimora delle piante
In via delle Allodole è iniziata l’opera di messa a dimora delle piante
In via delle Allodole è iniziata l’opera di messa a dimora delle piante

Se la giungla della burocrazia non avesse soffocato l’operazione, le cave dell’Ate 44 di Montichiari sarebbero già circondata da un rigoglioso bosco di pianura. Invece, la messa a dimora delle piante è iniziata da pochi giorni e, complici le direttive imposte da enti e istituzioni, il cuscinetto di verde rischia di diventare uno striminzito filare di alberi incapaci di schermare le polveri dei bacini estrattivi. EPPURE IL PROGETTO contenuto nella convenzione stipulata 8 anni fa tra gestori delle cave e il Comune era un’operazione di alto profilo ambientale. Ma l’operazione è finita sotto il fuoco incrociato dell’Enac che alla luce della vicinanza con l’aeroporto aveva paventato il rischio di una proliferazione di uccelli. I volatili avrebbero nidificato sugli alberi del nascente bosco mettendo a repentaglio - a parere dell’Enac -, la sicurezza dei voli. Per ottenere l’autorizzazione sono state eliminati dalla lista gli alberi a grandi fronde, che fatalmente erano quelli più incisivi nel contenimento delle polveri e delle sostanze inquinanti. Con l’avvio dell’intervento si sono rinfocolate le polemiche. «Nonostante gli sforzi dei gestori delle cave che hanno investito ingenti somme nell’operazione - si legge in una nota del coordinamento ambientalista Bassa Bresciana -, si rischia di non raggiungere l’obiettivo: le piante selezionate, a tronco esile e radici poco profonde non sono adatte allo scopo e con l’arrivo della stagione estiva rischiano di seccare a meno di installare un sistema di irrigazione dai costi non indifferenti. Constatiamo con amarezza che l’ennesimo progetto di mitigazione ambientale rischi di trasformarsi in un flop, e non certo per colpa di cavatori e Comune». A gennaio la Provincia aveva convocato un tavolo per fissare le priorità. IL SINDACO di Montichiari Marco Togni, attraverso una relazione aveva chiesto di «stringere i tempi e di tenere in considerazione la precedente valutazione di impatto ambientale di Regione Lombardia in cui si chiede di posizionare piante già sviluppate, ad alto fusto, per rendere subito efficace la mitigazione ambientale nella zona circostante». Ma l’appello è in parte caduto nel vuoto. L’accordo quadro stipulato nel 2012 tra gestori di discariche e cave con il Comune di Montichiari prevede la realizzazione di «macchie boscate» attorno a cave e discariche oltre a «filari alberati sulle strade di accesso». Erano anche specificate le tipologie di alberi, anche se su questo ultimo aspetto Enac ha voluto sottolineare l’importanza di piantumare alberi che non creino disagi al traffico aereo. E così l’effetto schermo verde è stato in parte vanificato. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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