Servizio idrico e proteste L’era di Acque bresciane si apre con le polemiche

Lo sportello  dedicato ad Acque bresciane è stato aperto nel municipio
Lo sportello dedicato ad Acque bresciane è stato aperto nel municipio
Lo sportello  dedicato ad Acque bresciane è stato aperto nel municipio
Lo sportello dedicato ad Acque bresciane è stato aperto nel municipio

Le prime bollette, più «salate», sono arrivate, i casi di presunto disservizio a quanto pare non mancano e si fa pure fatica a comunicare coi diretti interessati. C’è un discreto malcontento che circola in buona parte dei cittadini di Ghedi da quando la gestione dell’acqua è passata dal Comune, che era virtuoso da questo punto di vista, ad «Acque bresciane», la società a capitale pubblico; un passaggio inevitabile nonostante tutti i tentativi di resistenza, anche da parte degli amministratori locali. Il passaggio è avvenuto, e come detto in paese si registrano proteste per bollette spesso salatissime, con segnalazioni di perdite non comprovate, per la difficoltà di conferire con gli operatori e di risolvere telefonicamente alcune questioni. Per aiutare i cittadini, l’amministrazione ha messo a disposizione di Acque bresciane un ufficio al piano terra del municipio: è stato aperto il 19 luglio e funziona due giorni alla settimana con lo scopo di offrire chiarimenti e informazioni senza dover raggiungere Padenghe, sede della società. Subito si sono formate code, e le polemiche hanno preso di mira anche gli amministratori «sbagliando bersaglio - spiega il sindaco Federico Casali -. L’amministrazione non ha nulla a che fare con Acque bresciane né mai ha voluto privatizzare l’acqua. L’apertura dell’ufficio in municipio per presentare domande e verificare le tariffe non prova un nostro rapporto con la società come si è detto, ma solo un’attenzione alla comunità, consci dei disagi più volte espressi». Senza esprimere giudizi sul servizio e l’assistenza verso gli utenti della società, destinata a diventare gestore unico per tutta la provincia del sistema idrico integrato, il sindaco ricorda che la cessione della gestione dell’acqua è stato un atto dovuto. «Anzi, all’inizio non avevamo aderito a questo passaggio - prosegue Casali - ma siamo stati costretti a cedere, come provano le due lettere di diffida, inviateci nel 2018 e nel 2019 da Acque bresciane, mettendo a disposizione gli impianti esistenti sul territorio comunale e prendendo semplicemente atto del subentro del Gestore unico in una attività che noi, ci è stato detto, avremmo portato avanti illegittimamente». •.

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