Esasperati dall’isolamento imposto dal coronavirus e tormentati dai «rochi» muggiti dei rotori di tagliaerba, dal sottile e penetrante ronzio di cesoie elettriche simile al trapano del dentista o dal ruggito logorante dei mini-trattori da giardino. Così per alcune famiglie che abitano nelle zone residenziali ad alto tasso di verde di Remedello il lockdown si è trasformato in un inferno sonoro. Tutta colpa, a sentire il tenore delle lamentele esposte al sindaco, di vicini di casa dal pollice verde «compulsivo» che ad ogni ora del giorno e della notte - fascia protetta della siesta pomeridiana compresa - si prendono cura di prati, cespugli e roseti. Quello del rumore provocato dagli attrezzi per la cura di orti, aiuole e giardini era insomma diventato un problema di convivenza. Al punto che per evitare tensioni sociali, il sindaco è stato costretto a varare un’ordinanza per limitare l’inquinamento acustico. La questione è sorta dal momento in cui moltissime famiglie costrette a restare in casa hanno deciso di dedicarsi al giardinaggio. I presunti disagi creati dal fenomeno «tagliaerba-selvaggio» hanno spinto il primo cittadino Simone Ferrari ad intervenire. È stata così varata un’ordinanza che regolamenta l’utilizzo di mezzi da giardino dal 20 maggio fino al 18 ottobre. Dunque si potranno utilizzare i vari attrezzi nei giorni lavorativi dalle 8 alle 19.30 e in quelli prefestivi dalle 9 alle 12 e dalle 16 alle 19. La siesta è salva, i timpani dei vicini anche. • © RIPRODUZIONE RISERVATA