Turnover infinito di medici, caos assistenza

di Massimiliano Magli
Medici in fuga da Roccafranca: la situazione è ora  insostenibile
Medici in fuga da Roccafranca: la situazione è ora insostenibile
Medici in fuga da Roccafranca: la situazione è ora  insostenibile
Medici in fuga da Roccafranca: la situazione è ora insostenibile

Un turnover incessante e frenetico che sta facendo girare la testa ai pazienti minando i livelli di assistenza sanitaria di base. La beffa dei medici senza «cattedra» a Roccafranca ha dato il peggio di sé proprio nell’anno sbagliato, quello della pandemia. IN PIENA EMERGENZA Covid i pazienti hanno visto cambiare tre medici in poche settimane, uno sostituto dell’altro a sua volta sostituito. Ne è scaturito uno snervante numero di sovrapposizioni e di equivoci tra numeri di telefono, indirizzi mail, orari di ricevimento e recapiti di emergenza che ha fatto nuovamente saltare i nervi alle famiglie, soprattutto a chi ha in carico ammalati cronici o anziani. Tutto era cominciato nel 2009 con la morte di Luciano Galli. Era un punto di riferimento per la comunità: il suo ambulatorio era sempre aperto, mattina e pomeriggio, anche grazie alla sua specializzazione in odontoiatria. Entrava uno con il dente cariato e un bimbo con la «bua»: «parcheggiava» la carie e seguiva l’altro paziente. Storie lontane anni luce. Nel 2020 gli ex pazienti di Galli, morto a soli 55 anni, hanno visto Sara Gritti lasciare per maternità a Tommaso Rinaldis, che a sua volta per motivi personali ha lasciato al nuovo sostituto Elia Fornaro. Questo in tre mesi, mentre in 11 anni a Roccafranca sono transitati oltre 15 professionisti. I disagi sono enormi anche se tutti i titolari dell’ambulatorio cercano di aiutare gli assistiti con prenotazioni via mail e telefono. Ma ogni medico ha una storia del paziente. E la beffa è che una posizione precaria è anche un ostacolo alla salute: il professionista infatti non può rilasciare ricette per la prescrizione di farmaci in remoto né - incredibile a dirsi - accedere al fascicolo elettronico del paziente, obbligando, soprattutto gli anziani, a portarsi faldoni di documenti. «Siamo a conoscenza del problema – spiega il sindaco Marco Franzelli – e abbiamo sottoposto alla Regione la necessità di uniformare il fascicolo anche ai medici precari, consentendo anche l’emissione di ricette remote. Questo perché è assurdo che in un Comune gli stessi assistiti debbano essere paziente di serie A e di serie B, per il semplice fatto che il medico storico è venuto a mancare». •

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