Veleni nella roggia Castellana Strage di pesci senza colpevoli

Castelcovati: l’effetto di settimane di scarichi avvelenati nella roggia Castellana. I cittadini chiedono analisi e la ricerca dei colpevoli Nessun intervento per individuare le cause della morìa
Castelcovati: l’effetto di settimane di scarichi avvelenati nella roggia Castellana. I cittadini chiedono analisi e la ricerca dei colpevoli Nessun intervento per individuare le cause della morìa
Castelcovati: l’effetto di settimane di scarichi avvelenati nella roggia Castellana. I cittadini chiedono analisi e la ricerca dei colpevoli Nessun intervento per individuare le cause della morìa
Castelcovati: l’effetto di settimane di scarichi avvelenati nella roggia Castellana. I cittadini chiedono analisi e la ricerca dei colpevoli Nessun intervento per individuare le cause della morìa

Quintali di pesci uccisi in quasi un mese di mattanza chimica. È il crimine ambientale ripetuto che è stato denunciato dai residenti di via Piave, a Castelcovati. La telefonata a Bresciaoggi è allarmante: «Ci sono tantissimi pesci morti sotto i nostri occhi. E la puzza è ormai insopportabile». Come detto è da quasi un mese che molte persone convivono con una realtà agghiacciante nella quale si mescolano reati ambientali ripetuti e rischi per la salute delle persone, dato che la decomposizione di molti esemplari avanza. Il fetore è insopportabile lungo la strada costeggiata dalla roggia Castellana, primario canale irriguo che da Pontoglio aggira Chiari e si spinge a Castelcovati per poi raggiungere Torbole Casaglia. I sospetti sono sull’agricoltura e l’allevamento: «Non sono più sostenibili - afferma Marcello Barboglio -. Non abbiamo certezze ma il nostro timore è il solito. Scarichi abusivi di liquami nella roggia, o, peggio ancora, la diffusione di resti di diserbanti derivanti dal lavaggio delle cisterne che si usano sui campi. Da pescatore posso dire che una situazione così grave non l’ho mai vista». Ormai privi di vita o morenti lungo il canale si vedono decine e decine di barbi, tinche e cavedani. «Abbiamo chiamato anche la polizia locale - spiegano i residenti - ma ci hanno detto che non era compito loro. Ci siamo rivolti alla Regione e abbiamo avuto la stessa risposta. È sconvolgente che nessuno di questi uffici intervenga per dirci almeno a chi dobbiamo denunciare». Tra i reati ipotizzabili ci sarebbe forse anche la contaminazione alimentare. Il motivo lo spiegano i residenti che sono venuti a raccontarci ciò che hanno visto negli ultimi giorni: «Alcune famiglie, per lo più di kosovari e albanesi, hanno raccolto il pesce considerandolo un’opportunità per la tavola. Ma noi li abbiamo invitati a non farlo perché era un pericolo. Alcuni purtroppo nemmeno ci hanno capito». Che si tratti di avvelenamento è certo: mentre i pesci galleggiano privi di vita, nelle ultime ore la natura ha riconsegnato ad acque finalmente più pulite nuova vita, e ci sono degli avannotti che nuotano a fianco degli esemplari adulti morti. La richiesta dei residenti è chiara: «Non vogliamo passerelle di amministratori o presunti esperti. Pretendiamo l’analisi dei pesci perché è semplice capire di cosa sono morti. Bisogna risalire il corso della Castellana e fare una volta per tutte chiarezza. Ma siamo pessimisti rispetto alla volontà di risolvere problemi tanto gravi».•.

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