Abusi sulla figlia 15enne «Condannatelo a 10 anni»

di Paolo Cittadini
La ragazza  ha raccontato di essere stata molestata sessualmente dentro casa dal padre a partire dal 2019 e fino al dicembre dell’anno successivo
La ragazza ha raccontato di essere stata molestata sessualmente dentro casa dal padre a partire dal 2019 e fino al dicembre dell’anno successivo
La ragazza  ha raccontato di essere stata molestata sessualmente dentro casa dal padre a partire dal 2019 e fino al dicembre dell’anno successivo
La ragazza ha raccontato di essere stata molestata sessualmente dentro casa dal padre a partire dal 2019 e fino al dicembre dell’anno successivo

Ha raccontato alla madre quello che avrebbe subito, tra il 2029 e il 2020 (l’ultimo episodio risale al 12 dicembre di due anni fa), dal padre all’interno della loro abitazione in un paese della Valcamonica. Palpeggiamenti su tutto il corpo e incursioni notturne da parte del padre 46enne andate avanti per parecchio tempo fino a quando non ha vinto la vergogna confidandosi con la madre che prima si è rivolta agli assistenti sociali del paese in cui vivono e successivamente ai carabinieri. «Quando la mamma di notte era fuori casa per lavorare come badante mi molestava. In casa non c’era nessuno se non mio fratello», aveva raccontato la giovane, una ragazza del 2005 di origine romena. Gli investigatori avevano avviato le indagini trovando conferme nelle testimonianze di alcuni vicini di casa che avrebbe sentito dire dall’uomo: «Meglio che sia io a fare queste cose che il suo fidanzato. Non ci trovo nulla di male». A confermare le parole della giovane ci sarebbero anche le testimonianze raccolte dagli inquirenti da alcuni parenti a cui la giovane, e la madre, avevano chiesto aiuto prima di denunciare tutto ai carabinieri che avevano poi fatto partire l’indagine terminata poi con la richiesta di rinvio a giudizio da parte della procura di Brescia. Il 46enne, che era arrivato ad aggredire un amico della figlia che avrebbe avuto l’ardire di abbracciare la ragazza davanti a lui, era quindi stato fermato (per gli inquirenti c’era il rischio che potesse allontanarsi dall’Italia) dai carabinieri e per lui era scattata la misura dell'allontanamento da casa che è stata revocata nei mesi scorsi e allontanato dalla casa familiare. Il provvedimento era poi stato revocato dalla procura e l’uomo a quel punto aveva lasciato effettivamente l’Italia facendo ritorno in Romania, la sua terra di origine, dove ancora si trova e da dove non è rientrato nonostante il suo legale volesse farlo sentire in aula nel corso del processo a suo carico. Ieri la vicenda processuale davanti alla prima sezione penale del tribunale di Brescia è arrivata alla fase della discussione delle parti. Per lui il pubblico ministero Antonio Bassolino ha chiesto una condanna a dieci anni di reclusione. La sentenza è attesa per il prossimo 24 novembre. Nel corso delle indagini l’uomo, disoccupato e con alcuni problemi di dipendenze come ricordato dai familiari, aveva negato le pesanti accuse della figlia. «Sono bugie, non c’è nulla di vero in quel racconto - aveva detto agli inquirenti - E’ una vendetta nei miei confronti perché non avevo un lavoro». La palla passa ora alla corte che il prossimo 24 novembre, dopo le eventuali repliche, entrerà in camera di consiglio da dove uscirà con la sentenza.•.

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