Adriano Paroli (Forza Italia)

Adriano Paroli, senatore di Forza Italia, spera in una soluzione veloce
Adriano Paroli, senatore di Forza Italia, spera in una soluzione veloce
Adriano Paroli, senatore di Forza Italia, spera in una soluzione veloce
Adriano Paroli, senatore di Forza Italia, spera in una soluzione veloce

La quarta giornata votata «a vuoto» dai grandi elettori non è stata un buon segnale e anche il senatore forzista Adriano Paroli, serafico di natura, aspetta e crede che la svolta potrà essere vicina. Situazione di stallo irreversibile a breve termine o con sprazzi di fiducia? «Sicuramente non potremo andare avanti in questo modo a lungo. A dire il vero, però, davanti al muro alzato da alcuni, è poco comprensibile l’idea per cui il Quirinale debba essere il fortino del Partito democratico». E la tensione come la scarica? Lei è tra i decani dei parlamentari e non è nuovo a elezioni di questo tipo... «Personalmente vado presto in ufficio a organizzare il lavoro parlamentare. Anche nelle scorse ore ho fissato appuntamenti. Poi faccio un salto alla sala gruppi del sesto piano per incontrare i colleghi e avere un confronto». Però il Covid ha allungato le ritualità parlamentari creando lunghi periodi «morti». «Certo, pure il transatlantico non è vivibile. Le finestre sono lasciate aperte per ragioni di Covid e non è possibile rimanere troppo a lungo visto che il rischio di ammalarsi di raffreddore diventa alto minuto dopo minuto. La pandemia ha cambiato pure i riti della politica. Pensi al dibattito aperto per votare due volte in un giorno proprio per ragioni di sicurezza. Serve sempre il tempo per sanificare l’aula». Ma sul fronte delle future scelte di coalizione cosa pensa? «È arrivato il momento di aprire una fase nuova. L’ha capito Mattarella quando ha incaricato Mario Draghi per guidare un governo di emergenza nazionale, dovrebbe capirlo anche il centrosinistra» Quindi Elisabetta Casellati, presidente del Senato, era la figura giusta? «Per il Quirinale bisognerebbe scegliere in questo momento una figura politica non espressione della società civile. La Casellati è la seconda carica dello Stato. Ma non dimentichiamo che c’è pure Antonio Tajani per cinque anni presidente del Parlamento Europeo ed è anche un cavaliere dell’atlantismo». Eppure nelle ultime ore la candidatura di Pier Ferdinando Casini è quella su cui parrebbe convergere la maggioranza, pure la lega... «Non dispiacerebbe: e poi casini ha il perfetto identikit per la presidenza della Repubblica. Arrivo a dire che lui e la Casellati hanno ai miei occhi le stesse doti per salire al Colle. Anche se alla fine una differenza c’è». Una differenza che farebbe la differenza? «Casini è stato eletto nelle liste del Pd. I tempi sono cambiati e necessariamente deve cambiare l’approccio. Quindi per il bene dell’Italia Draghi dovrebbe rimanere dove è mentre al Colle serve un uomo politico-istituzionale che conosca il Paese e la macchina». •. Giu.S.

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