Agricoltura di montagna, sfida under 35

di Marta Giansanti
I farmer hanno vinto un bando per il recupero di una vecchia fucina sul MellaMatteo Turrini ha lavorato per un po’ come grafico  pubblicitario «ma il richiamo della natura è stato più forte»
I farmer hanno vinto un bando per il recupero di una vecchia fucina sul MellaMatteo Turrini ha lavorato per un po’ come grafico pubblicitario «ma il richiamo della natura è stato più forte»
I farmer hanno vinto un bando per il recupero di una vecchia fucina sul MellaMatteo Turrini ha lavorato per un po’ come grafico  pubblicitario «ma il richiamo della natura è stato più forte»
I farmer hanno vinto un bando per il recupero di una vecchia fucina sul MellaMatteo Turrini ha lavorato per un po’ come grafico pubblicitario «ma il richiamo della natura è stato più forte»

Un primato made in Bs: è la «Rebecco farmer» prima rete d’impresa agricola sul territorio nazionale. Un’unione di giovani realtà (per ora 5), condotte da under 35 della Valtrompia. L'obiettivo? «Far conoscere la zona al di fuori dei confini territoriali e provinciali, le prelibatezze agroalimentari e le ricchezze storico-culturali in cui è immersa la vallata. Sfruttare tutto questo per dar vita a un turismo degno di nota in un'area in cui fatica a decollare», spiega Matteo Turrini, classe 1994 originario di Gardone Valtrompia. Un brevissimo passato da grafico pubblicitario e da circa un anno titolare dell'azienda Turrini, votata alla coltivazione di mele e piccoli frutti. «Dopo sei mesi in uno studio grafico, il richiamo della natura è stato più forte», ammette. Amore incondizionato che è cresciuto nel tempo portandolo ad assumersi, nonostante la giovane età, la responsabilità dell’impresa di famiglia e a fonderla con la sua «predisposizione alla socialità». Da ottobre, Matteo, è entrato ufficialmente nella gestione dell’agriturismo «Rebecco». Struttura «nuova» di zecca dopo il restauro conservativo del piccolo e incantevole omonimo borgo: vecchia fucina lungo il Mella, nella frazione di Lavone a Pezzaze. «La Comunità Montana ha indetto un bando, finanziato da fondazione Cariplo per il programma AttivAree, rivolto al recupero e al rilancio del complesso rurale», spiega. Un bando vinto dai 5 «farmer»: al fianco di Turrini, le aziende Pesei e Ambrosi di Marcheno e Il mulino e Chichimela entrambe di Bovegno. Giovani imprenditori «spinti dalla voglia di condividere le progettualità per il futuro e intenzionati ad accogliere residenti e turisti in una struttura ricettiva, aggregativa e polifunzionale». Otto i posti letto nell'agriturismo. «Chi alloggia qui ma anche chi è solo di passaggio può immergersi nella natura. Come? Raccogliendo con le proprie mani i frutti che si vogliono acquistare o gustare al momento: un vero orto sociale», spiega sottolineando «la totale mancanza di pesticidi e trattamenti e l'idea nel prossimo futuro di aderire al biologico». Per ora si coltivano mele, piccoli frutti (lamponi, more, ribes…) e il particolare banano di montagna. «Nei pochi fine settimana in cui sono stato aperto, causa Covid-19, la richiesta è stata elevata. È un progetto che entusiasma: lo spazio è ben curato e ristrutturato, i prodotti di colazioni, aperitivi e apericene vengono dalle nostre terre, dalle imprese coinvolte nella rete e da aziende locali ben selezionate, tra cui il birrificio artigianale Curtense di Bovegno», aggiunge. A spiccare le confetture «a multipla firma», tra cui quella realizzata con le more e i fiori della lavanda delle cinque «farm», ma anche mela e liquirizia o pera e cannella e i succhi di frutta (in in loco e su app Linfa). Nella preparazione dei piatti «non possono mancare salumi, frutta, verdura, formaggi nostrani». Tra gli obiettivi: l’ampliamento della rete e sinergia con altre realtà del posto. E nel cuore del progetto è inserita l sala polifunzionale (sede ufficiale della Rebecco Farmer) dove creare eventi formativi, didattici e alimentare la collaborazione con Coldiretti (cui sono associati), o affittarla a chiunque ne avesse bisogno. «Uno spazio che ci permette di valorizzare i prodotti e di crearne di nuovi insieme», ribadisce Turrini. Molteplici i progetti a medio termine. «Vorrei rivolgermi anche a un turismo sportivo. La pandemia ci ha fatto riscoprire posti stupendi vicino a noi ma finora ignorati. Perché in Valtrompia non ci sono solo fabbriche e armi: qui c’è molto altro. C'è un gran viavai sulla pista ciclabile che da Brescia arriva in Maniva passando qui davanti. Vorrei essere un supporto per i biker, organizzando pranzi al sacco o mettendo a disposizione cassette di emergenza in caso di guasti e inserirmi come agriturismo bike friendly». Mille le idee da sviluppare nei prossimi anni, grande la voglia di riuscirci. «Con il tempo vorrei dare il via alla coltivazione del luppolo e creare un sentiero che unisca su un unico tracciato le aziende. Un percorso a tappe fatto di degustazioni specifiche: il giusto modo per far apprezzare quanto questo angolo di provincia ha da offrire». •.

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