Animali, le alternative
alla sperimentazione

Giuliano Grignaschi durante il dibattito a  palazzo Feltrinelli
Giuliano Grignaschi durante il dibattito a palazzo Feltrinelli
Giuliano Grignaschi durante il dibattito a  palazzo Feltrinelli
Giuliano Grignaschi durante il dibattito a palazzo Feltrinelli

A che punto siamo con i metodi alternativi nella sperimentazione animale? Di questo si è parlato nelle giornate di studio organizzate a palazzo Feltrinelli di Gargnano dall’Istituto zooprofilattico in collaborazione con la facoltà di medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Milano. Il dibattito cui la Comunità scientifica si trova ancora oggi a rispondere, si è riacceso in seguito al decreto legislativo del 2014 sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici o educativi. Secondo Giuliano Grignaschi, segretario generale di Research4Life «le disposizioni sono state recepite in modo scorretto con una serie di limitazioni che non a caso hanno avviato procedure di infrazione europee limitando fortemente l’attività dei ricercatori».

IL CONVEGNO ha ribadito il dovere dell’Istituzione di promuovere la ricerca e lo sviluppo di metodi alternativi all’uso degli animali nell’ottica del sempre valido principio della legge delle tre R, Reduction, Refinement Replacement (riduzione, perfezionamento e sostituzione) dove per rendere più eticamente accettabile la sperimentazione sull’animale, sarebbe necessario considerare la possibilità di sostituire là dove possibile, la pratica della vivisezione con altre metodologie altrettanto efficaci. Principi accettati dalla comunità scientifica, «anche se – è il parere di Grignaschi - la completa sostituzione del modello animale è, in numerosi ambiti, non ancora fattibile. Proprio per questo il numero dei metodi alternativi validati e ufficializzati è allo stato attuale ancora limitato, applicato per la salute umana alle aree della tossicità acuta (orale inalatoria), irritazioni cutanee e oculari, genotossicità e tossicità ripetuta. Nell’ambito del riconoscimento delle metodologie alternative alcuni esempi arrivano dalle colture cellulari e nuove tecnologie come i sistemi 3D statici e dinamici che consentono di avvicinarsi all’organismo vivente attraverso la combinazione di più modelli di organo o tessuto; passi avanti anche nella nuova frontiera della bio-ingegneria «Organ-on the Chip», in grado di riprodurre in laboratorio la funzionalità di un organo. Altri modelli animali dal breve ciclo di vita e l’elevata fecondità come il pesce Danio rerio o il verme Caernohabditis elegans sono soluzioni all’impiego classico dei mammiferi per lo studio di alcuni dei meccanismi molecolari di patologie neuro-degenerative come il Parkinson e l’Alzhemer». L.SCA.

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