Assistenza, una «forza» in più

di Irene Panighetti
Anche a Brescia ha aperto lo sportello per assistenza familiare di «Nuova collaborazione»
Anche a Brescia ha aperto lo sportello per assistenza familiare di «Nuova collaborazione»
Anche a Brescia ha aperto lo sportello per assistenza familiare di «Nuova collaborazione»
Anche a Brescia ha aperto lo sportello per assistenza familiare di «Nuova collaborazione»

Ha oggi una delegazione anche a Brescia «Nuova collaborazione» (Associazione nazionale datori di lavoro domestico) che, insieme a «My colf» (Ente di formazione certificata) ha inaugurato ieri la sede di rappresentanza in via Veronica Gambara 15, negli stessi spazi che la Rsa «Casa industria» dedica gli eventi e alle attività extra assistenza. La sede operativa è invece in via Allegri 37, per una realtà che, da subito, è stata accolta con spirito collaborativo dagli enti storici bresciani del settore assistenza, che, per l’85 per cento, sono riuniti in Upia (Unione provinciale istituti per anziani). Non a caso all’appuntamento di benvenuto ieri erano presenti le rappresentati di «Fondazione Brescia solidale» e «Fondazione casa di Dio», insieme a Chiara Benini, segretaria generale di Upia ed Elisabetta Donati dell’Università degli studi di Torino, le quali sono intervenute apportando le loro riflessioni sulla situazione locale e generale relativa all’invecchiamento e alla cura. «L’invecchiamento della popolazione sarà l’emergenza dei prossimi anni – ha esordito Benini – e la sfida è come affrontarlo in modo integrato, sistemico e efficace, puntando sulla rete domiciliare e sulle potenzialità offerte dalla tecnologia. Le Rsa sono protagoniste oggi e lo saranno sempre di più in quanto strutture dinamiche, che devono fare rete per individuare i reali bisogni degli anziani e delle famiglie perché è necessario ripensare il modello organizzativo di tutto il sistema e la sinergia con Nuova Collaborazione è uno strumento in più per la rete». Le famiglie sono la realtà sociologica posta all’attenzione da Donati, che, numeri e statistiche Istat alla mano, ha informato sulla centralità del nucleo familiare nel sistema del welfare e della cura: «La famiglia fino ad oggi è stata il baricentro del sistema del welfare e continua ad esserlo, basandosi essenzialmente sulle figure femminili: le figlie e le mogli da un lato, le colf e le badanti dall’altro – ha osservato – la strategia assistenziale messa in atto nel 66 per cento dei casi, quando la persona anziana è in salute ed autosufficiente ma sola, è quella della prossimità familiare, cioè dei figli che non abitano a più di un chilometro di distanza dal genitore solo, quasi sempre, anche qui, una donna». Il problema evidenziato da Elisabetta Donati è che la «professionalizzazione della cura è svalutata dalla società ma ora è il momento che tutti gli attori chiamati in causa, famiglie, istituzioni, enti del terzo settore e datori di lavoro, si mettano insieme per un vero e nuovo comunity care». •. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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