LA POLEMICA

Bimbi mai nati, i genitori: «Le scuse? Ora è tardi»

di Giuseppe Spatola
Non sono bastate le scuse del Comune di Brescia su caso delle esumazioni dei bambini mai nati al cimitero Vantiniano
Non sono bastate le scuse del Comune di Brescia su caso delle esumazioni dei bambini mai nati al cimitero Vantiniano
Non sono bastate le scuse del Comune di Brescia su caso delle esumazioni dei bambini mai nati al cimitero Vantiniano
Non sono bastate le scuse del Comune di Brescia su caso delle esumazioni dei bambini mai nati al cimitero Vantiniano

Non sono bastate le scuse e le spiegazioni del Comune di Brescia su caso delle esumazioni dei resti dei bambini mai nati al cimitero Vantiniano di Brescia per placare le polemiche e alleviare la rabbia dei genitori coinvolti. Così dopo l’affondo in consiglio del centrodestra, che ha stigmatizzato l’atteggiamento dell’Amministrazione comunale «attenta solo a offrire un quadro tecnico della vicenda, anzichè soffermarsi sull’aspetto umano», le famiglie dei bambini hanno inviato una lettera aperta alle istituzioni perchè affrontino la questione a viso aperto e senza più zone d’ombra.

Nella nota firmata dai «genitori coinvolti nelle esumazioni massive avvenute al cimitero Vantiniano» viene spiegato come «nella riunione del 3 marzo con il sindaco, il vicesindaco, il presidente del Consiglio Comunale, l’assessore Valter Muchetti e il vice direttore Begni, ci era stato promesso che saremmo stati informati tempestivamente riguardo ai risultati delle analisi. Sappiamo che il Comune li ha ricevuti a fine marzo ma noi lo abbiamo scoperto solo dai giornali». Di più. «Abbiamo prontamente richiesto copia delle analisi e speriamo che ci venga fornita tempestivamente, senza cercare di prendere tempo, come hanno fatto sino ad ora - hanno detto i genitori -. Il fatto che la possibile datazione dei resti vada dagli anni ’50 ai giorni nostri non esclude affatto la possibilità che l’osso attribuibile a un feto di 39 settimane sia dei bambini esumati con tanta fretta. Resta il mistero riguardo ai resti di uno dei nostri bambini, morto alla fine della trentasettesima settimana di gestazione, vestito ed avvolto in una copertina di pile, inumato in una bara di legno verniciata di bianco, del quale non è stato trovato nulla, nemmeno la targhetta in alluminio con il nome». Poi, prendendo spunto dalle scuse del Comune ecco l’affondo:

«Arrivano solo oggi, sono tardive e poco convincenti. Siamo stanchi di sentire solo bugie dagli uffici del comune e molto delusi dal sindaco che sino ad ora non ha mosso un dito per fare chiarezza. Le ossa dei nostri bambini sono sparse in quella terra. Abbiamo chiesto di poter far scavare, a nostre spese, per raccogliere e riporre in un ossario le ossa sparse in quei riquadri». I genitori hanno annunciato di avere incaricato un legale per «tutelare il ricordo». •. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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