«Caffaro, adesso scelte decise»

I rappresentanti del centrodestra bresciano che chiedono scelte concrete per risolvere la spinosa situazione
I rappresentanti del centrodestra bresciano che chiedono scelte concrete per risolvere la spinosa situazione
I rappresentanti del centrodestra bresciano che chiedono scelte concrete per risolvere la spinosa situazione
I rappresentanti del centrodestra bresciano che chiedono scelte concrete per risolvere la spinosa situazione

La città può vincere la partita Caffaro solo ed unicamente giocando da squadra affiatata. Affidarsi all’estro dei singoli, secondo il centrodestra bresciano, non è bastato e non basterà. Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia chiedono al sindaco di prendere atto che un loro autentico coinvolgimento nelle scelte e nelle strategie da adottare per ciò che concerne il complesso industriale di via Nullo è indispensabile per fare risultato. «Ci siamo e ci saremo», garantisce Matteo Rinaldi, segretario cittadino del Carroccio. Paolo Fontana, suo omologo forzista, rileva la necessità impellente di un «passaggio dalle parole ai fatti», mentre Gianfranco Acri, capogruppo di FdI a Palazzo Loggia, prima ribadisce la richiesta di dimissioni già avanzata nei confronti dell’assessore all’ambiente Miriam Cominelli «per manifesta inadeguatezza», poi boccia l’ipotesi di Ettore Brunelli come prossimo commissario straordinario del sito Caffaro perché «figura priva delle necessarie competenze per portare avanti una problematica così complessa». Sul nome dell’ex assessore della giunta Corsini come possibile successore di Roberto Moreni ha da ridire anche la consigliera comunale Simona Bordonali. La deputata leghista afferma: «Il prossimo commissario deve essere di altissimo spessore tecnico, autorevole, credibile e preparato, ma Brunelli queste caratteristiche non le ha». Tesi nella sostanza condivisa dall’assessore regionale all’agricoltura Fabio Rolfi. L’esponente leghista sottolinea: «Quella del commissario è una posizione strategica, a patto che eserciti le prerogative che gli accordi prevedono. Vista l’importanza del ruolo non è certo una posizione da lottizzare. Va dato un segnale di discontinuità. Per capirci, non serve un Arcuri, serve un Figliuolo». Secondo Rolfi, il sindaco Del Bono da solo non è in grado di identificare un nome adatto alla bisogna: «Una figura a livello regionale, un tecnico, la si può trovare». Eventualità che si tradurrebbe per Palazzo Lombardia nella «assunzione di ulteriori responsabilità». Paola Vilardi, capogruppo forzista in consiglio comunale, parla di «occasione irripetibile». Lo fa riferendosi al quadro politico nazionale, caratterizzato da un governo sostenuto da una larghissima maggioranza: «I parlamentari bresciani, tutti insieme, possono essere il braccio armato della città». Circa i poteri da attribuire al commissario per la Caffaro, Vilardi e il consigliere del Carroccio Michele Maggi fanno presente che quelli attualmente conferiti non sono poca cosa, ma vanno integrati: «Premesso che Moreni non ha utilizzato a dovere tutto l’arsenale a disposizione, proponiamo l’adozione di un modello Genova, inteso come la possibilità di snellire, e con ciò velocizzare, le procedure inerenti agli appalti da assegnare per avviare la bonifica dello stabilimento». Nonostante il ruolo di opposizione solitaria al governo Draghi esercitato dal suo partito, il senatore di Fratelli d’Italia Gianpietro Maffoni invoca l’istituzione di «una grande forza trasversale, fondamentale nel confronto con il ministero dell’ambiente, e non solo»: «È il momento di agire con durezza e fermezza, il sindaco deve utilizzare i parlamentari bresciani, possiamo incontrare Roberto Cingolani, neo titolare del dicastero, e capire così quali siano le sue reali intenzioni». •.

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