Cellino, cominciati i sequestri Può rischiare anche il Brescia

di Mario Pari
Massimo Cellino in occasione di una partita del Brescia Calcio:   questi, per lui, sono giorni durissimi
Massimo Cellino in occasione di una partita del Brescia Calcio: questi, per lui, sono giorni durissimi
Massimo Cellino in occasione di una partita del Brescia Calcio:   questi, per lui, sono giorni durissimi
Massimo Cellino in occasione di una partita del Brescia Calcio: questi, per lui, sono giorni durissimi

Sono giorni di lavoro intenso per tanti: sono quelli che stanno trascorrendo da quando è stato depositata la decisione del tribunale del Riesame che accoglie quanto stabilito dalla corte di Cassazione nei confronti di Massimo Cellino. Sul presidente del Brescia si è abbattuta una pesante tegola da 55 milioni di euro: tanto è quanto, secondo la procura di Brescia e il tribunale del Riesame, deve essere sequestrato al presidente del Brescia Calcio e alla moglie. Da due giorni quindi le fiamme gialle bresciane del Nucleo di polizia economico - finanziaria, guidate dal colonnello Salvatore Tramis stanno passando al setaccio e sequestrando conti correnti e quote societarie intestate ai due coniugi. Un’attività che parte dalle società in Italia, a quanto si è appreso, e che potrebbe protrarsi per alcuni giorni. Si tratta quindi di raggiungere la cifra di 55 milioni stabilita dalla procura e a cui, dopo la sentenza della corte di Cassazione, è stata data esecutività dal tribunale del Riesame. Tra quanto posto sotto sequestro anche la villa in cui vive Massimo Cellino, a Padenghe. Come in tutti gli altri casi, non è stato apposto alcun sigillo. Per sequestro s’intende che i destinatari del provvedimento non possano eseguire alcun atto dispositivo, quale la vendita. Sempre in tema di sequestri, va precisato che il provvedimento non è definitivo: lo sarebbe un’eventuale confisca, ma in questo caso si potrebbe procedere solamente dopo una sentenza passata in giudicato. Una situazione che al momento si configura come, eventualmente, molto lontana. La procura intanto si appresta a chiudere l’inchiesta e il passaggio successivo dovrebbe essere rappresentato dalla richiesta di un rinvio a giudizio. Ma si tratta, eventualmente, di un processo di primo grado a cui dovrebbero farne seguito altri due. A fronte di tutto ciò rimangono gli interrogativi che si pongono moltissimi tifosi sulle sorti del Brescia Calcio, con riferimento alla vicenda giudiziaria. A quanto si è appreso il sequestro riguarda le quote societarie di Eleonora Immobiliare che controlla Brescia Holding e che a sua volta riguarda il Brescia Calcio. Alla società di via Ferramola si arriverebbe in sostanza se non si arrivasse a coprire i 55 milioni stabiliti dal Riesame e si rivelasse necessario procedere per «equivalente» attraverso le quote societarie. Tutto ciò considerando che, secondo quanto comunicato due giorni fa dalla Guardia di Finanza, «le indagini non attengono alla gestione del Brescia Calcio». Quali siano le possibili ripercussioni sul Brescia, di una tale batosta giudiziaria e finanziaria, al momento non è possibile dire. Tutto è iniziato da un’indagine su una presunta ipotesi di esterovestizione che è venuta meno in quanto Massimo Cellino è residente in Italia. Ma poi, l’inchiesta, coordinata dal pm Erica Battaglia, è andata oltre fino a contestare fattispecie penali quali l’omessa dichiarazione e la sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Determinante in tutto ciò è stata la pronuncia della Cassazione nei mesi scorsi che ha dato ragione alla procura della Repubblica. Ora si profila un altro ricorso alla Suprema Corte, stavolta da parte dei difensori di Massimo Cellino. Un percorso certamente in salita, alla luce della pronuncia dei mesi scorsi e dei «paletti» che la Cassazione aveva posto nel momento in cui ha rinviato al Riesame per una nuova pronuncia. Nel frattempo, però, rimangono decisivi, per tanti aspetti questi: i giorni dei sequestri. •.

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