Concesio
invasa dai
pellegrini

di Giuseppe Spatola
Uno dei  manifesti celebrativi appesi a Concesio FOTOLIVE
Uno dei manifesti celebrativi appesi a Concesio FOTOLIVE
Paolo VI, gioia a Concesio (Fotolive)

La casa del Santo è al civico 24 di via Rodolfo a Concesio. Centosessanta passi dalla Fondazione Paolo VI e una manciata di respiri dalla chiesa del paese dove il Pontefice fu battezzato. Una casa nobiliare eretta dai Conti di Lodrone nel 1400 e poi passata ai Montini nel 1863 per volere di nonno Gaetano che, alle 22 del 26 settembre 1893, in quelle stanze accolse al primo vagito di Giovanni Battista. Storia consegnata alla storia di un Papa divenuto Santo proprio per aver fatto nascere bambini che sembravano destinati a rimanere «lontani dalla luce». E il miracolo della vita tra le antiche fughe di casa Montini da ieri si ripete a favore dei pellegrini arrivati per rendere omaggio al Pontefice «del popolo». Da Milano, Bergamo, Verona e addirittura da Torino: tutti in fila per toccare con mano la santità di Montini e comprendere la spiritualità che Giovanni Battista con i fratelli Lodovico e Francesco impararono proprio in questa casa con le prime nozioni di catechismo. Luogo della memoria che ieri, a poche ore dalla canonizzazione, ha visto centinaia di persone varcare la soglie e affidare il cuore alla «civiltà dell’amore» appresa tra le vecchie mura di Concesio. «Siamo sempre stati convinti della santità di Papa Paolo VI - ha ricordato fiera Suor Monica che insieme all’ordine delle suore salesiane figlie di Maria ausiliatrice gestisce la santa casa -. Ai muri ci sono opere d’arte, quadri ma non solo. Papa Montini disse che l’arte è una vera e propria elevazione verso Dio». Ora, con Paolo VI divenuto santo, a Concesio il pellegrinaggio diventerà continuo. «Noi saremo qui per il Pontefice che ha portato la parola del Vangelo nei quattro angoli del globo - ha confermato la suora -. Chiediamo che le visite vengano prenotate ma spesso arrivano singoli visitatori o gruppi che vogliono conoscere qualcosa di più su Papa Paolo VI e non possiamo negarci». Il libro dei visitatori è testimone silenzioso dell’immenso affetto che il Pontefice bresciano ha raccolto. Una devozione senza confini. «Vengono le scuole in gita così come le famiglie – ricordano a Concesio – ma sono tanti anche i religiosi: Papa Benedetto XVI ha voluto pregare qui, come fece Giovanni Paolo II. Vogliono respirare l’aria di questi luoghi». NE SONO CONVINTI anche i novelli pellegrini di San Paolo VI. «Abbiamo scoperto la grandezza di questo Papa - hanno ripetuto - Bellissima la casa nella quale si è respirata pace e serenità». Di più. «E’ simbolo della Chiesa - ha ribadito Ermanno da Milano -, ma entrando nella sua casa museo si conosce l'uomo, il bambino, si percorrono le sue orme, la fatica, lo studio, il percorso che lo ha portato a diventare Papa». Tra i tanti messaggi lasciati sul libro dei visitatori anche quello di Bartolomeo I, già patriarca di Costantinopoli. «Del resto – ha ricordato suor Monica – Paolo VI ha tolto la scomunica agli ortodossi». Fu suo l’abbraccio al patriarca Antenagora il 5 gennaio del 1964 nel primo viaggio in Terra Santa di un Pontefice. «Un altro dei primati di Papa Montini - hanno ripetuto in via Rodolfo - l’ennesimo esempio della sua modernità e santità». E c’è chi ha invitato i pellegrini a pregare San Paolo VI con fervore: «E’ un Santo nuovo, ha forze per esaurire ogni preghiera...». • Giuseppe.spatola@bresciaoggi.it

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