TRASPORTI & URBANISTICA

Così cambierà
via Sostegno
grazie alla Tav

di Mimmo Varone
Un pannello dell’esposizione allestita nel sottopasso Tav
Un pannello dell’esposizione allestita nel sottopasso Tav
Un pannello dell’esposizione allestita nel sottopasso Tav
Un pannello dell’esposizione allestita nel sottopasso Tav

Riqualificazione dell’ingresso sud di via Sostegno entro la primavera prossima. Partecipazione di BusItalia alla gara per il Tpl. Decollo del nuovo interporto alla Piccola velocità di via Dalmazia entro un anno. Abbandono definitivo dello shunt per Montichiari e quadruplicamento dei binari in uscita est dentro un «bruco» fonoassorbente nell’area più urbanizzata.

CANTIERI in autunno per la Brescia-Verona. Eliminazione entro agosto dell’interruzione di Roncadelle e viaggio per Milano in mezz’ora esatta. Riqualificazione della Brescia-Parma per la connessione con Montichiari passando da Ghedi. Tra molte conferme e qualche novità, l’ad e direttore generale di Ferrovie dello Stato, il bresciano Renato Mazzoncini, ha illustrato lo stato delle cose dell’Alta velocità e dell’intero trasporto su ferro nel nodo bresciano.

Lo ha fatto ieri pomeriggio in occasione dell’inaugurazione della mostra fotografica «La metropolitana d’Italia» allestita nel nuovo sottopasso Tav della Stazione centrale cittadina. Mazzoncini parte proprio dalla Brescia-Verona, che l’altro giorno ha incassato l’approvazione del pre-Cipe e conferma la prossima apertura dei cantieri con la soddisfazione di aver ridotto al minimo l’impatto sulla Lugana.

«Abbiamo fatto un enorme lavoro per ridurre in particolare la cantierizzazione e siamo scesi ormai al 3 per cento di consumo dei vigneti. Di più non si può fare – dice -. Abbiamo anche risolto problemi di interferenze con aziende importanti sull’asse, come Feralpi, e devo dire che il livello di attenzione dei nostri progettisti per impattare meno possibile con il territorio è stato massimo, con un risultato più che soddisfacente». Ormai anche lo shunt sembra un ricordo del passato, e l’ad ammette di aver considerato «fondamentale fin dall’inizio che Brescia abbia in città la stazione dell’Alta velocità». La Stazione centrale che già oggi fa 16 milioni di viaggiatori all’anno, senza la divisione dei flussi potrà crescere ancora. «La linea è passata sottolinea Mazzoncini -, la Regione ci ha chiesto in conferenza dei servizi di analizzare le due alternative, contiamo che il prossimo Cipe dia la prescrizione di studiare il quadruplicamento che risulterà da tutti i punti di vista vincente rispetto all’ipotesi shunt». E nel frattempo si penserà al collegamento con Montichiari sulla linea per Parma. Tecnicamente, il Cipe approverà il progetto definitivo della Brescia-Verona stralciando lo shunt e prescrivendo un progetto comparativo per il quale è stato anche prodotto uno studio trasportistico. La comparazione «darà l’esito che immaginiamo e a quel punto la proposta verrà portata in conferenza dei servizi».

NON CI SARANNO sorprese, tant’è che per l’uscita a est già si immagina l’alimentazione elettrica a portale unico per ridurre al massimo gli spazi ed essere meno invasivi possibile. Un’ipotesi che, nella zona più abitata, potrebbe andare insieme «a un tunnel fonoassorbente per ridurre l’impatto acustico sulle case che resteranno molto vicine». Con l’assicurazione che gli impatti in termini di case da abbattere saranno «minimi e non sarà un problema gestirli con i proprietari».

Intanto la Stazione centrale si prepara. L’ampliamento dei binari a sud verso via Sostegno, con le pensiline nuove in costruzione, darà maggiore capacità di circolazione. Qui si svilupperà pure la connessione con i bus urbani e interurbani alleggerendo l’ingresso nord con i suoi problemi di circolazione. «Lavoriamo con il Comune per la riqualificazione completa della zona di via sostegno – sottolinea -. Rispetteremo i 18 mesi annunciati in dicembre ed entro la fine del 2018 avremo definitivamente chiuso il tema Stazione». Infine, la Piccola velocità. «Contiamo di chiudere l’opera entro l’anno prossimo – dice Mazzoncini -. Ci stiamo investendo diverse decine di milioni di euro con l’obiettivo di avere uno scalo che consenta di costruire treni da 750 metri che rendono produttivo il trasporto merci sui gradi trafori come il Gottardo, alimentato a regime da tre interporti, che saranno Brescia, Milano-Segrate) e Piacenza». E visti i rallentamenti su Milano «Brescia potrebbe anche arrivare prima e cogliere un’altra grande opportunità». Il tutto con la conferma definitiva che anche Busitalia di Fs parteciperà alla gara europea per il Tpl nel bacino unico bresciano.

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