«Così la guerra tradizionale può diventare cibernetica»

Aziende  e Pubblica amministrazione i possibili obiettivi degli attacchiIl rischio  per gli esperti del settore della cybersicurezza è che il conflitto tra Russia e Ucraina possa dare il via ad una guerra che dai campi e dalle città si trasferisca ai sistemi informatici
Aziende e Pubblica amministrazione i possibili obiettivi degli attacchiIl rischio per gli esperti del settore della cybersicurezza è che il conflitto tra Russia e Ucraina possa dare il via ad una guerra che dai campi e dalle città si trasferisca ai sistemi informatici
Aziende  e Pubblica amministrazione i possibili obiettivi degli attacchiIl rischio  per gli esperti del settore della cybersicurezza è che il conflitto tra Russia e Ucraina possa dare il via ad una guerra che dai campi e dalle città si trasferisca ai sistemi informatici
Aziende e Pubblica amministrazione i possibili obiettivi degli attacchiIl rischio per gli esperti del settore della cybersicurezza è che il conflitto tra Russia e Ucraina possa dare il via ad una guerra che dai campi e dalle città si trasferisca ai sistemi informatici

Il rischio che il conflitto tra Russia e Ucraina possa accendere la miccia di una guerra cibernetica è reale e concreto e potrebbe rappresentare la risposta di Mosca alle sanzioni che le verranno applicate dai Paesi occidentali. A lanciare l’allarme è Luigi Recupero, presidente di L&T Advisor azienda bresciana ma con sede anche a Roma, Milano e Catania, ed esperto nazionale di cybersicurezza e protezione dati. «L’aumento dei cyber crimini è esponenziale da anni. Nello scenario odierno, però, può assumere nuovi significati, cambiando obiettivi e movente - spiega -: se prima era una questione perlopiù economica ora è diventata geopolitica». Attacchi massicci diffusi che potrebbero mandare in «tilt» settori produttivi essenziali di città e nazioni. «L’interesse è generare disagi, confusione e danni - specifica -, è il modo in cui la Russia intende far capire che le conseguenze dei suoi attacchi informatici possono essere ben superiori alle conseguenze delle sanzioni stesse». Mettere in ginocchio, quindi, interi settori produttivi degli Stati con posizioni contrarie a Putin andando a colpire aziende pubbliche e private, anche di piccole dimensioni, ma che rivestono un ruolo chiave e particolarmente importante all’interno della filiera produttiva e che in altri contesti non sarebbero state attaccate. A rischio pure le pubbliche amministrazioni, spesso, con livelli di guardia più bassi. Realtà che rientrano nel perimetro di sicurezza nazionale definito da un decreto ad hoc del 2018 dove sono elencati gli obiettivi sensibili, tra cui: le infrastrutture bancarie, le aziende che gestiscono energia, acquedotti, trasporti. «Tutte quelle categorie che, se colpite, porterebbero al blocco dei servizi. Una minaccia generalizzata - sottolinea- . L'Italia, però, è molto più esposta, avendo strutture più vulnerabili e non avendo investito molto sulla sicurezza informatica. Il nostro tessuto produttivo è fragile e non è ancora all'altezza. Abbandoniamo la certezza del “tanto a me non succederà” e facciamo qualcosa per mettere al sicuro le nostre aziende»,l’invito di Recupero. Perché Mosca è una reale minaccia? «Il governo russo ha speso molto sul tema e in questo ambito è tra i primi al mondo - sottolinea - Esistono però regole che, se applicate, possono ridurre drasticamente la potenza degli attacchi (sul sito del Csirt)». Tre quelle più importanti: avere copie di backup offline per avere una base da cui ripartire, preallertare le figure specifiche individuate per la gestione delle emergenze ed essere in possesso di un sistema che gestisca il monitoraggio del traffico sull'infrastruttura di rete delle singole aziende. «Investimenti un tempo pesanti, ma oggi non più», chiosa Recupero. •.

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