Depuratore, in mille per il «no» «Il presidio sarà ad oltranza»

di Cinzia Reboni
Il presidio in piazza Paolo VI prosegue ormai da oltre un meseCentinaia le persone ieri in città per protestare contro il progettoStriscioni e slogan in piazza contro il depuratore SERVIZIO FOTOLIVEDa tempo è attivo un movimento di protesta  verso il progetto
Il presidio in piazza Paolo VI prosegue ormai da oltre un meseCentinaia le persone ieri in città per protestare contro il progettoStriscioni e slogan in piazza contro il depuratore SERVIZIO FOTOLIVEDa tempo è attivo un movimento di protesta verso il progetto
Il presidio in piazza Paolo VI prosegue ormai da oltre un meseCentinaia le persone ieri in città per protestare contro il progettoStriscioni e slogan in piazza contro il depuratore SERVIZIO FOTOLIVEDa tempo è attivo un movimento di protesta  verso il progetto
Il presidio in piazza Paolo VI prosegue ormai da oltre un meseCentinaia le persone ieri in città per protestare contro il progettoStriscioni e slogan in piazza contro il depuratore SERVIZIO FOTOLIVEDa tempo è attivo un movimento di protesta verso il progetto

Mobilitazione ad oltranza, perchè «il presidio è la nostra arma più forte, il simbolo della nostra resistenza. Non faremo neanche un passo indietro e continueremo a batterci contro l’arroganza del potere». Davanti a quasi mille persone che ieri pomeriggio hanno affollato piazza Paolo VI è stato ribadito il «no» alla nomina del commissario per il depuratore del Garda e alla sua decisione di costruire gli impianti a Gavardo e Montichiari con scarico nel fiume Chiese. La manifestazione era promossa da Ambiente Territorio Basso Garda, Mamme del Chiese, Comitato Referendario Acqua Pubblica, Federazione delle Associazioni che amano il fiume Chiese e Tavolo Basta Veleni, che dal 9 agosto protestano davanti al Broletto. «Il progetto rischia di trasformarsi in una Caporetto per l’ambiente, per le tasche dei cittadini ma anche per il turismo del Garda - ha sottolineato Gianluca Bordiga della Federazione del Tavolo delle Associazioni -. I princìpi secondo cui vorremmo fosse progettata quest’opera non sono certo quelli perseguiti: tutela dei territori e delle comunità coinvolte, rispetto del principio di prossimità, minor impatto ambientale, miglior rapporto costi-benefici, minori costi di manutenzione». «Si tenta di giustificare un progetto assurdo usando lo scudo del commissario - ha rimarcato Alessandro Scattolo del Comitato Ambiente Territorio -. Si usa un falso allarme, quella della condotta sublacuale, quando i problemi del Garda sono altri: inquinamento, scarichi delle fogne anche abusivi in prossimità delle spiagge, scolmatori inefficienti, mancata divisione delle acque bianche dalle nere. Un terzo dei punti monitorati ogni anno dalla Goletta di Legambiente è contaminato. Padenghe è in questa situazione da dieci anni. Sono queste le vere emergenze su cui bisogna intervenire in fretta, non una condotta che, come è stato dimostrato dagli studi tecnici di Acque Bresciane, è garantita fino al 2035». Pungente la critica di Marco Apostoli del Tavolo Basta Veleni: «Le responsabilità politiche sono trasversali ad ogni partito. La Lega è ambigua: in Consiglio provinciale segue una strada, ma il segretario del Carroccio Alberto Bertagna sposa la tesi del prefetto e l’onorevole Simona Bordonali si vanta di avere ottenuto il commissario. Mariastella Gelmini ha usato il suo potere di membro dei Governo facendo leva sul ministro alla Transizione ecologica Roberto Cingolani con una lettera che conteneva gravi inesattezze. Il Pd in consiglio provinciale ha votato compatto per l’opzione Lonato, ma il presidente Samuele Alghisi non fa nulla per difendere le mozioni. Sono state inviate tre lettere a Cingolani e al premier Draghi: nessuno ha risposto. I 5 Stelle si sono eclissati. Nessun parlamentare bresciano ci sostiene, eppure persino il vescovo ha fatto visita al presidio». Protesta che non si è esaurita nell’arco di poche ore ma che proseguirà nel segno dell’impegno sul fronte ambientale. •.

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