DIOCESI

Il vescovo di Brescia apre il percorso sinodale

Il vescovo Pierantonio Tremolada
Il vescovo Pierantonio Tremolada
Il vescovo Pierantonio Tremolada
Il vescovo Pierantonio Tremolada

Con una solenne celebrazione in Cattedrale è iniziato anche nella diocesi di Brescia il percorso sinodale. «Ci sentiamo spiritualmente e affettuosamente uniti a papa Francesco, che la scorsa domenica, ha inaugurato questo stesso percorso e ha vivamente raccomandato alla nostra Chiesa italiana di vivere nei prossimi anni l’esperienza di un intenso cammino sinodale», ha detto il vescovo, Pierantonio Tremolada durante l’omelia. «Fare Sinodo significa camminare sulla stessa strada, camminare insieme. Il compito è fondamentale e va assunto con estrema serietà, per non correre il rischio che si limiti ad una lodevole intenzione. Il papa ci esorta a porre una domanda precisa e coraggiosa: aprendo questo percorso sinodale, iniziamo con il chiederci tutti – Papa, vescovi, sacerdoti, religiose e religiosi, sorelle e fratelli laici –: noi, comunità cristiana, incarniamo lo stile di Dio che cammina nella storia e condivide le vicende dell’umanità? Siamo disposti all’avventura del cammino o, timorosi delle incognite, preferiamo rifugiarci nelle scuse del “non serve” o del “si è sempre fatto così”?». Che cosa comporta «questo cammino insieme? - ha chiesto ancora monsignor Tremolada -. Che cosa significa concretamente compiere un percorso sinodale? I tre verbi che papa Francesco ricorda nella sua omelia di apertura del percorso sinodale aiutano molto bene a rispondere. Sono: incontrare, ascoltare e discernere». Vivere la sinodalità nella Chiesa «significa anzitutto diventare esperti nell’arte dell’incontro. L’incontro tra persone può avvenire per caso, quando per esempio ci si ritrova in uno stesso luogo senza averlo previsto, oppure può essere desiderato e propiziato. In quest’ultimo caso “si incontra” perché “si va incontro”, si cerca l’altro, si creano le condizione per vederlo, ci si mette sulla sua stessa strada - ha aggiunto il vescovo -. Una pastorale dei volti, cui ho voluto ispirarmi fin dall’inizio del mio ministero qui nella Diocesi di Brescia, è una pastorale dell’incontro, centrata sulla persona, sulla sua vita. Possiamo certo anche impegnarci a organizzare eventi significativi e dovremo anche fare insieme riflessioni serie e profonde sui problemi attuali, ma tutto dovrà poi condurci all’incontro: incontro con il Signore prima di tutto e poi incontro con il prossimo».•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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