L'INCHIESTA

«Disastro ambientale»: I veleni della Caffaro straziano Brescia

di Mario Pari
Sequestrati oltre 7 milioni di euro all'azienda. Tredici indagati, tra cui il commissario uscente Moreni e una dipendente del Comune
Le indagini partite nei mesi scorsi sull’inquinamento alla Caffaro sono arrivate al loro epilogo
Le indagini partite nei mesi scorsi sull’inquinamento alla Caffaro sono arrivate al loro epilogo
Le indagini partite nei mesi scorsi sull’inquinamento alla Caffaro sono arrivate al loro epilogo
Le indagini partite nei mesi scorsi sull’inquinamento alla Caffaro sono arrivate al loro epilogo

Un’inchiesta che è andata avanti, con altri sequestri e con altri indagati, tra cui una dirigente comunale. Fino alla chiusura delle indagini su quello che il procuratore capo di Brescia Francesco Prete aveva definito nei mesi scorsi «Un carcinoma in mezzo alla città: la Caffaro». Nelle scorse ore inoltre è stata data esecuzione a un decreto di sequestro preventivo a carico degli amministratori della Caffaro Brescia srl. Si tratta di due sviluppi delle indagini iniziate due anni fa. Indagini condotte dal pm Donato Greco e dal procuratore aggiunto Silvio Bonfigli. Con loro hanno collaborato l’Arpa, i carabinieri forestali di Brescia e il nucleo di polizia economico- finanziaria della guardia di Finanza di Brescia. Il sequestro preventivo, eseguito in via diretta nonchè per equivalente, ammonta a 7.762.410 euro.

Questo il profitto che il gip ha stimato sarebbe stato accumulato dall’impresa risparmiando sulla spesa che avrebbe dovuto sostenere per preservare «l’ambito territoriale dal gravissimo inquinamento verificatosi negli anni». Alla cifra si è arrivati sulla base di consulenze tecniche che sono state disposte dalla Procura della repubblica. Il provvedimento ha portato all’acquisizione delle quote di partecipazione societaria nella diretta disponibilità degli indagati e va ad aggiungersi al provvedimento interdittivo con il quale nei mesi scorsi il giudice aveva interdetto gli indagati Alessandro Francesconi, Alessandro Quadrelli e Antonio Donato Todisco dall’esercizio di uffici direttivi di persone giuridiche e imprese.

Contestualmente era stato disposto anche il sequestro dell’intero complesso aziendale della Caffaro Brescia srl, ora in liquidazione. Le indagini hanno preso il via da due segnalazioni dell’Arpa. Segnalazioni da cui emergeva un innalzamento dei valori, di cromo esavalente e di mercurio, nella falda sottostante allo stabilimento Caffaro. Si è quindi proceduto ad accertamenti in base ai quali sono emersi valori di cromo esavalente e mercurio nettamente superiori a quelli relativi alla contaminazione «storica» del sito. A questo va aggiunto «un gravissimo inquinamento da clorato», sostanza che mai era stata riscontrata in falda in misura eccedente ai parametri consentiti. Ai soggetti responsabili della Caffaro Brescia Srl viene inoltre contestato il reato di disastro ambientale, per non avere garantito l’efficienza della barriera idraulica d’emergenza, il cui cattivo funzionamento ha cagionato una diffusione dell’inquinamento storico da Pcb e tetracloruro di carbonio nelle acque di falda ed in quelle superficiali fino a chilometri di distanza dallo stabilimento Caffaro.

Le indagini sono state chiuse nei confronti di 13 persone. Marco Cappelletto, Alfiero Marinelli, Fabrizio Pea e Paolo Bettetto sono responsabili a vario titolo delle società Caffaro srl e Caffaro Chimica srl. Alessandro Quadrelli, Alessandro Francesconi, Vitantonio Balacco e Antonio Donato Todisco sono responsabili a vario titolo della società Caffaro Brescia srl. Roberto Moreni risponde quale commissario straordinario del S.I.N. Brescia Caffaro, Daria Rossi è invece dirigente dell’Ufficio Ambiente del Comune di Brescia. A questi vanno aggiunti poi altri tre indagati. Il sito Caffaro è sottoposto a sequestro preventivo dallo scorso mese di febbraio a seguito del provvedimento emesso dal gip presso il tribunale di Brescia Alessandra Sabatucci, provvedimento con il quale è stata riconosciuta «la gravità indiziaria dei delitti di inquinamento e disastro ambientale a carico di Quadrelli, Francesconi e Todisco» che sono quindi stati sottoposti alla misura interdittiva del divieto di esercitare uffici direttivi di persone giuridiche ed imprese.•.

Suggerimenti