«Etiopia, fame e guerre ignorate dall’Occidente»

di Irene Panighetti
Il dramma della fame e delle guerre troppo spesso dimenticate: giovedì a Brescia un incontro per riportare l’attenzione sulle vicende oltre confine
Il dramma della fame e delle guerre troppo spesso dimenticate: giovedì a Brescia un incontro per riportare l’attenzione sulle vicende oltre confine
Il dramma della fame e delle guerre troppo spesso dimenticate: giovedì a Brescia un incontro per riportare l’attenzione sulle vicende oltre confine
Il dramma della fame e delle guerre troppo spesso dimenticate: giovedì a Brescia un incontro per riportare l’attenzione sulle vicende oltre confine

Una zona ignorata dall’Occidente, guerre continue e fame: questo è il Tigray, la più settentrionale delle regioni dell’Etiopia dove, dalla fine di giugno, è stata dichiarata una tregua nel conflitto da parte del governo etiope, che ha annunciato la fine degli scontri durante la stagione agricola, quindi fino a settembre. Ma non è la prima volta che, sebbene l’annuncio, di fatto la guerra continua e l’esercito di Addis Abeba non cessa le vessazioni contro la minoranza tigrina della popolazione. Per questo il missionario don Dino Viviani sarà a Brescia giovedì prossimo 22 luglio, per un incontro informativo alle 20 al Centro Paolo VI di via Gezio Calini, promosso dalla onlus «In missione» e seguito da un momento conviviale; è richiesto contributo di 35 euro il cui ricavato sarà devoluto a finanziare gli aiuti per l’emergenza prenotazioni a: zanardinimaurizio@virgilio.it. Don Viviani, missionario salesiano operante in Etiopia da 23 anni, porterà la sua testimonianza su una zona «già storicamente vulnerabile e provata da siccità, cavallette e carestie e oggi anche della fame causata dagli esseri umani – si legge nel comunicato di annuncio dell’evento -. È silenziosamente in atto un conflitto inquietante e incomprensibile, generato da scelte politiche superficiali e arbitrarie. I soldati impongono ai contadini di non seminare i campi, distruggono gli ospedali, rubano i sacchi di alimenti degli aiuti umanitari impedendo ai convogli di accedere ai canali concordati con le organizzazioni internazionali, togliendo cibo (e non solo) soprattutto ai bambini ed alle persone più vulnerabili». La sensibilizzazione è un tassello importante poiché, come constatano gli stessi promotori, «questa realtà è completamente sconosciuta al mondo occidentale: poco se ne parla, anche se l’ONU ha dichiarato che 350mila persone stanno soffrendo la carestia e altri 3 milioni di persone delle regioni dell’Afar e dell’Amhara rischiano di morire di fame». L’esortazione è quindi quella di darsi fare: «come durante la crisi del 1985 ci vorrebbe un nuovo Live Aid – sostengono i promotori dell’incontro di giovedì, esortando a provarci insieme –, per conoscere di più di questa drammatica realtà, per non lasciar solo chi ha i nostri stessi diritti alla vita, per non vedere solo i nostri macigni che confrontati con altre realtà diventano noccioline, per contribuire concretamente a realizzare un aiuto per chi ne ha davvero bisogno». «In missione» è la diramazione formale del gruppo «Amici del Sidamo», fondato nel 1983 all’Istituto salesiano di Parma e che organizza «campi di lavoro con attività varie, come la raccolta del ferro e della carta, la pulizia di sentieri o torrenti, il taglio della legna – si legge sul loro sito -, credono nell’amicizia e nel carisma di don Bosco per essere vicini ai giovani e ai poveri in Italia come in Etiopia». I campi estivi sono in loco ma pure in varie parti d’Italia e per la zona bresciana è in calendario la vendemmia a Corte Franca dal 15 al 29 agosto (informazioni dettagliate anche per gli altri campi sul sito).•.

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