È iniziato questa mattina il processo davanti alla Corte d’Assise di Brescia a carico del medico Carlo Mosca, 48enne nato a Cremona, primario facente funzione al Pronto soccorso dell’ospedale di Montichiari fino a prima della sospensione del gennaio scorso, e accusato di omicidio pluriaggravato. «Per aver cagionato la morte di due pazienti ricoverati a marzo 2020 in gravi condizioni per Covid, somministrando farmaci incompatibili con la vita in assenza di intubazione» è l’accusa mossa dal pm Federica Ceschi. Mosca, ai domiciliari da gennaio, è presente in aula e si è sempre proclamato innocente. Si sono costituiti parte civile i familiari di due pazienti deceduti, mentre la Corte ha escluso dal processo come responsabilità civile ASST Spedali Civili di Brescia, da cui l’ospedale di Montichiari dipende. Nel corso dell'udienza è stata ascoltata la testimonianza dell'infermiere che con la sua denuncia aveva fatto scattare l'inchiesta. «Non c’era urgenza di utilizzare quei farmaci - ha detto - perché non c’era esigenza di intubare i pazienti. Il paziente se non viene intubato dopo aver somministrato farmaci come la Succinilcolina, va in arresto cardiaco e muore. Io sono rimasto stupito della richiesta del primario e avevo detto "così si ammazzano le persone"».