I farmacisti:
«Ossigeno e
vaccini servono adesso»

I «dossier» caldi, anzi caldissimi, riguardano i vaccini per l’influenza cosiddetta normale e l’ossigenoterapia. «Oggi siamo assediati dalle richieste di vaccino anti-influenzale» è l’allarme lanciato da Francesco Rastrelli, presidente dell’Ordine dei Farmacisti della provincia di Brescia. Infettivologi, virologi ed epidemiologi hanno caldeggiato il ricorso a questo tipo di vaccinazione: è vero, non si tratta della risposta specifica all’attacco del Covid-19, ancora in sperimentazione in tutto il mondo in diverse varianti. Ma questo strumento di prevenzione rinforzerebbe comunque le difese immunitarie e permetterebbe, impedendo a molte persone di ammalarsi di influenza, di distinguere meglio i due problemi, di non sovrapporli e di concentrarsi sui casi di Coronavirus. TANTISSIMI cittadini che non sono nelle categorie a rischio, anche a Brescia, chiedono di potersi «immunizzare». «Alcuni colleghi hanno già raccolto migliaia di prenotazioni» dichiara Rastrelli. Una situazione «drammatica» per Andrea Mandelli, presidente della Federazione italiana degli Ordini dei farmacisti, che rivolge un appello al presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, a presidenti e assessori alla Sanità perché non si attenda oltre nel fornire alle farmacie i vaccini, «almeno nelle quantità previste nell’intesa approvata il 14 settembre». Il riferimento è alla decisione della Conferenza di destinare alle farmacie almeno l’1,5% dei vaccini acquistati dalle amministrazioni. «Quantità pari a un quarto di quella che ogni anno passa dalle farmacie: insufficiente» aggiunge Rastrelli. Esiste per il presidente dell’ordine la «lodevole eccezione di alcune Regioni che hanno deciso di ampliare la quota» e distribuirla ma nella quasi totalità dei casi i farmacisti non sanno quando i vaccini saranno disponibili. «Credo sia nell’interesse di tutti non assistere alla replica del “caso mascherine”» conclude. Ma c’è un’altra memoria sinistra dei tempi del lockdown di marzo e aprile, quando anche allora i farmacisti furono essenziali per le consegne dell’ossigeno a domicilio. «Un servizio indispensabile per quanti hanno vissuto la malattia in casa. La domanda aumentò notevolmente e in alcuni casi rappresentò uno dei pochi strumenti per la cura e la sopravvivenza», ricorda Francesco Rastrelli che la settimana scorsa, da delegato regionale, ha partecipato al tavolo in regione Lombardia «sull’ossigeno». «È URGENTE che venga predisposto un accordo (convenzione regionale) con le farmacie. La distribuzione dell’ossigeno liquido in Lombardia - per trattamenti a lungo termine, è gestita tramite gare regionali, che potrebbero limitare la tempestività dell’offerta, in caso di aumento repentino della domanda. A breve la Regione attiverà una gara basata su un accordo quadro con le ditte» e «dovrà essere rispettata la suddivisione territoriale già esistente, per i pazienti Covid a domicilio» fa sapere il presidente dei farmacisti bresciani che invita le istituzioni a riflettere sulla necessaria evoluzione del Sistema Sanitario e della rete sanitaria regionale. La Direzione generale Welfare ha confermato la necessità che le Ats attivino «posti residenziali di sorveglianza» e sta analizzando il «parco bombole disponile a livello nazionale e regionale». La ricognizione darà i suoi frutti nei prossimi giorni. •

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