L'INTESA

Il centrodestra e i seggi: ecco l’accordo bresciano

di Luca Goffi
La definizione della quadra per i quattro collegi sicuri, con uno scenario chiaro. Per l’uninominale due alla Lega, uno a Fratelli d’Italia e l’altro a Forza Italia
Stefano Borghesi, Simona Bordonali, Adriano Paroli
Stefano Borghesi, Simona Bordonali, Adriano Paroli
Stefano Borghesi, Simona Bordonali, Adriano Paroli
Stefano Borghesi, Simona Bordonali, Adriano Paroli

Il centrodestra bresciano è ormai molto vicino a risolvere il rebus dei collegi uninominali, quelli accreditati come sicuri di elezione al prossimo Parlamento. È vero, nei «palazzi del potere», ovvero i vertici regionali e nazionali, si sta ancora pesando con il bilancino ogni opzione, per pescare esigenze che si devono fondere da tutta Italia ma che soprattutto devono portare alla concretizzazione di un risultato che a quanto pare è davvero ad un passo. Certamente questa sintesi di nomi e candidature non è facile, ma almeno per quello che riguarda Brescia adesso si vede la luce in fondo al tunnel.

Lo scenario a questo punto pronto a palesarsi per i quattro collegi uninominali «puri» della provincia di Brescia vede una spartizione sulla base delle presunte forze indicate dai sondaggi e dello storico dei partiti. Quindi due di questi collegi andranno alla Lega, uno a Fratelli d’Italia e uno a Forza Italia. Il quattro è il numero che guida le aspettative degli esponenti del Carroccio bresciani: infatti corrisponde anche al numero di eletti che verosimilmente la nostra provincia esprimerà. In una fase così delicata in cui basta uno spiffero per bruciare le candidature, bocche cucite e frasi di circostanza dai diretti interessati. Però le idee sono nell’aria e le indicazioni arrivano: per quanto riguarda la situazione dei candidati la gerarchia è ormai chiara, e Stefano Borghesi, visto l’importante rilievo che sta assumendo nel partito, si dirige spedito verso una candidatura all’uninominale.

Invece per quanto riguarda le donne, le due riconfermate dovrebbero essere Simona Bordonali e Eva Lorenzoni. Infine nella pattuglia di eletti sicuri dovrebbe figurare anche Paolo Formentini. Attenzione però al peso della Valle Camonica, da sempre feudo leghista, che potrebbe rimettere in gioco un altro parlamentare uscente, ovvero Giuseppe Donina, non ancora del tutto tagliato fuori. Quindi il quadro tra i parlamentari del Carroccio sembra delineato. Invece la situazione per Fratelli d’Italia è certamente improntata al grande ottimismo, visto che il movimento di Giorgia Meloni punta a vede aumentare la propria pattuglia di parlamentari. Riconferma all’orizzonte per il senatore Gianpietro Maffoni; per la camera invece la sfida è tra due consiglieri provinciali, Paolo Mannatrizio e Gianpaolo Natali. Per quello che riguarda la candidatura femminile toccherà all’ex sindaco di Bagnolo Mella, Cristina Almici oppure verrà indicata da un altro territorio? Vincerà la linea della continuità con i militanti storici oppure ci sarà un’apertura ai «nuovi arrivati»? Che peso avranno le correnti? Tanti dubbi a cui tra qualche giorno si avrà una risposta.

Forza Italia è invece indubbiamente l’alleato della coalizione a essere più in difficoltà. Il collegio uninominale è l’unico garantito per l’elezione, e con l’addio di Mariastella Gelmini e il ruolo di coordinatore affidato ad Adriano Paroli sembrava che la riconferma fosse ormai decisa. Ma i parlamentari uscenti in Lombardia sono molti e i collegi uninominali a loro destinati soltanto sei. Infatti nella giornata di ieri le nubi sopra la candidatura di Paroli si sono addensate e qualche certezza è venuta meno. Il territorio è dalla sua parte ma basterà a convincere i vertici nazionali? O la scelta verrà fatta puntando su un esterno, magari indicato direttamente da Silvio Berlusconi? I giorni sono pochi e il momento è delicato, con le scelte che non si possono sbagliare; ma ormai il tempo è quasi finito, e le decisioni non possono più aspettare.•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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