DALLA REGIONE

In arrivo minizone rosse per fermare il contagio

di Giuseppe Spatola
Un primo elenco di comuni è stato sottoposto a Palazzo Lombardia. L'assessore Letizia Moratti: «Serve intervenire in maniera mirata»
L'assessore regionale Letizia Moratti ha confermato l'impegno anti-Covid
L'assessore regionale Letizia Moratti ha confermato l'impegno anti-Covid
L'assessore regionale Letizia Moratti ha confermato l'impegno anti-Covid
L'assessore regionale Letizia Moratti ha confermato l'impegno anti-Covid

Una fascia rossa di «contenimento» sul modello già adottato in provincia a Castrezzato e poi esportato a Viggiù, Bollate e Mede. È questa l'idea di intervento che in Regione Lombardia si sta ipotizzando per contenere i dati bresciani, esplosi nell'ultima settimana con numeri che sono ben oltre i picchi registrati lo scorso anno durante la prima ondata. In questo senso nel pomeriggio di ieri l'assessore al Welfare Letizia Moratti ha incontrato la cabina di regia per capire come intervenire ed evitare una zona rossa generalizzata che complicherebbe la già difficile situazione economica. In questo senso l'ipotesi messa sul piatto dai tecnici della regione è quella di micro-aree circostanziate che permettano al resto del territorio di rimanere in «arancio rinforzato» ed allontanare lo spettro del lockdown di tutte le attività. Una prima lista di comuni, che coinciderebbero con l'attuale fascia lungo il fiume Oglio dove i contagi continuano ad essere alti, sarebbe già stata approntata e portata all'attenzione dell'ufficio di presidenza che già oggi potrebbe decidere nel merito adottando ordinanze ad hoc. «In Lombardia abbiamo cercato di mettere in atto un modello che ha due pilastri - ha ricordato Letizia Moratti -: la prima è mitigare la corsa del virus con azioni di contenimento circoscrivendo aree mirate. Dove lo abbiamo fatto, come a Castrezzato, Viggiù e Bollate o Mede, abbiamo visto diminuire la diffusione del virus. Il secondo è una vaccinazione reattiva, rispettando il piano nazionale, privilegiando, assieme alle categorie prioritarie, le zone più critiche. Finora facendo così siamo riusciti a non entrare in zona rossa». Non solo. «Io ho una cabina indicatori e ho chiesto una riunione per monitorare Brescia, Mantova e Cremona - ha spiegato Moratti -. Per poter prevenire ed eventualmente ritardare la zona rossa cerchiamo di mettere in atto queste due strategie: contenimento attraverso la vaccinazione reattiva e mitigazione circoscrivendo zone mirate. La pandemia si affronta con una sanità pubblica funziona e da noi, in Lombardia e in Italia, funziona e con l'aiuto dei famigliari. Questo purtroppo non è stato sempre possibile con questa pandemia, e non credo in questo senso che la pandemia abbia differenziato». Sul fronte del lavoro e dell'economia la Moratti è andata oltre. «Purtroppo siamo di fronte a un'emergenza che ha avuto un impatto sul lavoro e un impoverimento c'è stato - ha osservato l'assessore -. È uno dei motivi che mi ha portata a circoscrivere e a non entrare se possibile in zona rossa perché anche in zona arancione rafforzata si salvaguarda comunque il lavoro. La Lombardia ha somministrato oltre 800mila vaccini. Sicuramente l'innalzamento dell'età di somministrazione di Astrazeneca risolve molti problemi. Ovviamente con la necessità di vaccinare nella fase 1 gli operatori sanitari, le Rsa, gli ospiti delle Rsa e gli ultraottantenni le possibilità per questi erano di vaccinare solo con Pfizer e Moderna e siamo legati al numero di vaccini che abbiamo». Quindi ha aggiunto: «Le percentuali di giacenze che abbiamo di Pfizer e Moderna sono molto basse, un 17%, per poter vaccinare molto più rapidamente. L'augurio è che Astrazeneca si possa presto estendere sopra i 65 anni. Dobbiamo essere consapevoli che questo virus potrebbe permanere nel tempo, come l'influenza stagionale. Sono convinta che la produzione di vaccini su licenza potrebbe essere utile, così come la produzione di vaccini italiani»..

Suggerimenti