In Poliambulanza
il dolore diventa
servizio

di Silvana Salvadori
Da sinistra Francesco Rastrelli, Claudio Cuccia e Alessandro Triboldi
Da sinistra Francesco Rastrelli, Claudio Cuccia e Alessandro Triboldi
Da sinistra Francesco Rastrelli, Claudio Cuccia e Alessandro Triboldi
Da sinistra Francesco Rastrelli, Claudio Cuccia e Alessandro Triboldi

Trasformare la memoria di un dolore sempre vivo in un grande servizio alla comunità. È la scelta che ha compiuto la famiglia Rastrelli, a pochi giorni dal secondo anniversario dalla morte della dottoressa Margherita Rastrelli, deceduta nel sonno a causa di una grave ipertensione polmonare nel gennaio 2019. Una morte improvvisa e prematura che ha strappato alla vita una stimata dermatologa. I genitori Ottavina e Gianfranco, insieme con i fratelli Francesco e Giambattista e il marito Giuseppe, hanno così adesso deciso di trasformare il loro lutto in un grande gesto di generosità. Attraverso una donazione alla Fondazione Poliambulanza, al secondo piano dell’ospedale è stato creato l’ambulatorio «Margherita Rastrelli» specializzato nella cura, il trattamento e l’assistenza ai pazienti affetti da embolia polmonare e ipertensione polmonare. SI TRATTA di uno dei pochissimi centri in Italia completamente dedicato al percorso di cura di queste cardiopatie ad alta complessità. Solo in Poliambulanza circa 700 pazienti ogni anno necessitano di attività di follow-up per embolia polmonare. Numeri destinati a crescere anche a causa dell’emergenza Covid-19: «Abbiamo notato un raddoppio nell’ultimo anno di pazienti con embolia polmonare, insieme a episodi di trombosi» ha confermato Claudio Cuccia, direttore del dipartimento Cardiovascolare di Fondazione Poliambulanza. Sarà lui a dirigere l’ambulatorio con il supporto di un team specializzato, che si occuperà anche di ricerca clinica: «A partire dalla raccolta dei dati di centinaia di pazienti in cura, si potranno ottenere informazioni sull’ottimizzazione e sulla personalizzazione della cura, tutto a sostegno dell’intera comunità scientifica» ha aggiunto il dottor Cuccia. Ma i benefici che la presenza dell’ambulatorio porterà si estendono più in là dei suoi confini fisici all’interno della Poliambulanza. «Saremo un ponte fra l’ospedale e il territorio per queste gravi patologie per fare in modo che nessun paziente dimesso possa sentirsi abbandonato». La telemedicina, già utilizzata dall’ospedale all’interno del progetto «Con il cuore e con le mani» dedicato ai pazienti cardiopatici, sarà parte integrante anche di questo nuovo ambulatorio. Verrà presto attivato un servizio gratuito di teleconsulto riservato ai medici di medicina generale che assistono pazienti colpiti da embolia polmonare o ipertensione polmonare primitiva o secondaria. «SI TRATTA di un ambulatorio particolarmente innovativo frutto di un’azione etica e originale, espressione coerente della fecondità della memoria che consentirà a chi ci ha lasciato di vivere nel presente della sua famiglia ma anche dell’intera comunità», le parole del presidente di Fondazione Poliambulanza Mario Taccolini. Tutta la famiglia Rastrelli era presente all’inaugurazione dell’ambulatorio, e a nome loro ha parlato Francesco, che è anche presidente dell’Ordine dei farmacisti di Brescia: «Ringraziamo Poliambulanza che ha accolto la nostra volontà di mantenere vivo il ricordo di un dolore per trasformarlo a favore della comunità». Il direttore generale della Poliambulanza Alessandro Triboldi, a sua volta, ha ringraziato la famiglia Rastrelli «per il grande atto di generosità. Sentiamo su di noi la responsabilità di onorare il nome di questo ambulatorio con un servizio all’avanguardia». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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