OSPEDALI AL LIMITE

L'allarme dei medici
"In terapia intensiva
pazienti sempre più giovani"

Medici al lavoro in una terapia intensiva
Medici al lavoro in una terapia intensiva
Medici al lavoro in una terapia intensiva
Medici al lavoro in una terapia intensiva

A spaventare, oltre alla crescita dei contagi, è la media d'età delle persone positive al coronavirus che finiscono in terapia intensiva. Il più giovane dei ricoverati è un  ragazzo di 19 anni ricoverato da una settimana in Poliambulanza e le cui condizioni a detta dei sanitari restano critiche. A sottolineare la nuova emergenza sono i medici alle prese con la nuova ondata della pandemia che sta creando sempre più problemi agli ospedali cittadini. «Se guardiamo ai ricoveri delle ultime due settimane possiamo dire che l’età media dei pazienti intubati è di 55 anni, mentre prima era di dieci anni più alta - spiega Giuseppe Natalini, primario della terapia intensiva di Poliambulanza dove sono ricoverati 16 pazienti dei 158 complessivi affetti da Covid.. Abbiamo anche molti pazienti tra i 40 e 50 anni». Oltre l’80 per cento dei malati Covid a Brescia è stato colpito dalla variante inglese, la più diffusa sul territorio. Se nella seconda ondata gli ospedali bresciani accoglievano pazienti provenienti dalle altre province ora sta avvenendo l'esatto contrario. «Oggi per contenere il virus la sanità bresciana deve chiedere aiuto. Il 98% dei ricoverati è residente in provincia di Brescia - sottolinea  Natalini - Chi oggi entra in terapia intensiva è spesso sovrappeso e con problemi di diabete o ipertensione, ma ci sono anche molti casi di pazienti che non hanno patologie associate». Anche al Civile la situazione preoccupa. I pazienti Covid sono 462 e in terapia intensiva ce ne sono 37. «Assistiamo ad un flusso costante - sottolinea  Camillo Rossi, direttore sanitario del Civile dove le terapie intensive sono sature al 90% -  Non ci sono ondate, ma ingressi in numero costante e non diminuiscono. Niente a che vedere con il marzo di un anno fa, nessun super afflusso e anche il pronto soccorso pur in difficoltà, regge. La situazione è però grave.Siamo pronti e abbiamo ancora alcuni posti. Non tanti ma ce ne sono».

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