L’angiografo a soffitto: a Chiari un’arma in più

di Giancarlo Chiari
Al «Mellini» in funzione il nuovo angiografo di ultima generazione
Al «Mellini» in funzione il nuovo angiografo di ultima generazione
Al «Mellini» in funzione il nuovo angiografo di ultima generazione
Al «Mellini» in funzione il nuovo angiografo di ultima generazione

Il nuovo angiografo a soffitto di ultima generazione dell’ospedale Mellini di Chiari, dopo il collaudo positivo, opera a pieno regime da un paio di settimane. Permette una media di 8 o 9 interventi al giorno, che si aggiungono a quelli del preesistente impianto. L’investimento, con la formula del leasing, è stato scelto dalla direzione generale perché offre la possibilità di un costante aggiornamento, ed ha permesso all’emodinamica dell’Asst Franciacorta diretta dal primario Claudio Gentilini, di disporre di uno strumento all’avanguardia che assicura la possibilità di effettuare due interventi contemporanei e indipendenti. «Il nuovo angiografo, al momento il più moderno sul mercato - ha spiegato il primario - ci permette di essere operativi 24 ore al giorno, per effettuare tutte le procedure di tipo emodinamico, angioplastico, coronarico e periferico. La sua disponibilità permette di valorizzare il laboratorio di elettrofisiologia per tutti i casi di aritmie che vi vengano accertate, completando la struttura dell’emodinamica». «Nell’Asst - ha riferito il primario di medicina Gabriele Zanolini - i casi di Covid sembrano stazionari, o ma il nuovo angiografo è importante per affrontare gli strascichi di chi l’ha superato». Al Mellini, nel 2019 tra gli ospedali più reattivi, capace di inventare soluzioni anche a problemi tecnici, la scelta è stata quindi quella - come ha sottolineato il direttore generale Mauro Borelli - di investire anche per il dopo Covid. Ma quanto possono essere pesanti le ripercussioni della malattia sui guariti? «Il Covid, al di là dei sintomi classici, incide su due aspetti: il primo si è manifestato subito ed è relativo alle complicanze respiratorie e polmoniti interstiziali, che hanno provocato il decesso degli anziani - spiega Gentilini -. Il secondo, più subdolo, riguarda le conseguenze sull’endotelio di tutti i vasi con complicanze vascolari trombotiche su tutto il sistema. Trombi che provocano, embolie polmonari, ictus, infarti che hanno colpito anche i più giovani, come hanno accertato le autopsie eseguite dall’ospedale di Bergamo sui morti per Covid. Risvolti meno attesi e prevedibili». L’introduzione di nuovi srumenti all’avanguardia si rivela dunque fondamentale. «È possibile intervenire se la situazione viene diagnosticata in tempo e l’intervento è tempestivo. Si possono risolvere casi acuti ma non sappiamo che andamento possano avere queste situazioni Temo comunque che ci vorrà tempo per capire a fondo le conseguenze del Covid, anche in chi ne è guarito». Cosa fare, dunque, per tutelarsi? «Il consiglio - hanno spiegato i due primari “è effettuare la quarta dose del vaccino per prevenire e superare la malattia e contenere il contagio. Naturalmente rispettare le regole della prudenza che tutti conoscono. Il vaccino si è dimostrato efficace sia per superare il contagio, sia per ridurre possibili complicanze, insidiose perché sottovalutate». •.

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