L’ecotassa fa
crollare il mercato
dei diesel

di Simone Fausti
Brusco calo di auto diesel immatricolate: in 5 mesi 2600 in meno
Brusco calo di auto diesel immatricolate: in 5 mesi 2600 in meno
Brusco calo di auto diesel immatricolate: in 5 mesi 2600 in meno
Brusco calo di auto diesel immatricolate: in 5 mesi 2600 in meno

Crollo del diesel e crescita dell’elettrico in provincia di Brescia. Da gennaio a maggio di quest’anno le immatricolazioni delle auto alimentate a gasolio sono calate del 30% rispetto ai primi cinque mesi del 2018: 6102 unità contro le 8706 dell’anno scorso. Una contrazione così pesante dovuta non solo allo scetticismo dei consumatori dopo lo scandalo «Dieselgate» ma soprattutto all’introduzione dell’ecotassa voluta dal governo gialloverde sui veicoli con maggiori emissioni. Da registrare anche il sorpasso delle auto a benzina sui diesel, cresciute del 22% rispetto allo stesso periodo del 2018. I segnali di trend più significativi arrivano però dall’elettrico e dall’ibrido. Osservando i dati del Ministero dei Trasporti, infatti, si nota come tra febbraio e marzo di quest’anno siano quasi quadruplicate le immatricolazioni di autovetture elettriche fino a raggiungere nel solo mese di maggio le 31 unità a livello provinciale e i 1.167 veicoli a livello nazionale. Un incremento che coincide con l’attivazione dell’ecobonus/ecotassa entrato in vigore lo scorso 1° marzo. Questo provvedimento introduce un incentivo fino a 6 mila euro per l’acquisto di veicoli elettrici e ibridi con un livello di emissioni inquinanti di CO2 limitato e allo stesso tempo un aggravio di costo fino a 6 mila euro per chi compra macchine con un elevato impatto ambientale. NEL COMPLESSO, in provincia, le immatricolazioni di mezzi elettrici sono aumentate del 250% in un anno, anche se sono numeri ancora contenuti: 98 automobili vendute da gennaio a maggio di quest’anno contro le 28 vendute nello stesso periodo dell’anno precedente. Un incremento consistente viene registrato anche per i mezzi ibridi alimentati a gasolio ed elettrico: +420% per un totale di 125 unità immatricolate nel 2019. Numeri che in assoluto non possono ancora essere paragonati a quelli della benzina (che registra un aumento del 22% rispetto al 2018) o del diesel, ma che forniscono un’indicazione di tendenza. Tuttavia, nonostante l’auto elettrica sia considerata da molti come il futuro prossimo dell’industria automobilistica, ci sono non poche voci critiche. Esistono infatti una serie di problematiche riguardo all’utilizzo dei veicoli elettrici e ibridi: innanzitutto il costo all’acquisto che, in media, rimane elevato. Su questo fronte gli incentivi varati dal governo sicuramente hanno contribuito ad aumentare l’attrattiva dei consumatori. A ciò si aggiungono delle questioni strutturali più complesse da risolvere. Nicola Matricardi, responsabile vendite di Activa Toyota a Brescia, afferma che «bisogna considerare la sostenibilità delle infrastrutture che in questo momento sono carenti: le stazioni di ricarica per veicoli elettrici sono poco frequenti e questo è un problema per un bresciano medio che è abituato a spostamenti medio-lunghi». Dunque è fondamentale capire l’uso che si fa della vettura, dal momento che le auto elettriche non hanno ancora un’autonomia particolarmente lunga. «La forma ideale potrebbe essere il noleggio a medio-lungo termine di un veicolo elettrico, con la possibilità di riscattarlo», propone Marco Bonaventi, direttore vendite della concessionaria a marchio Opel Fratelli Bonaventi di Manerbio. Il tema del noleggio testimonia il cambiamento dell’idea di mobilità che sta prendendo piede tra i consumatori: «l’auto, da bene di proprietà, sta diventando un mezzo di servizio: tra i giovani non vi è più il concetto che la macchina corrisponde allo status symbol di una persona», è quanto sostiene Francesco Bossoni, Digital Marketing Manager del gruppo Bossoni. Tuttavia, sottolinea Bossoni, «gli automobilisti bresciani sono ancora affezionati alla vettura, al marchio e alla sua storia. La spersonalizzazione dell’auto come servizio non è ancora preponderante in provincia». C’È UN ULTERIORE elemento che gioca a favore dell’elettrico e riguarda quella che Bonaventi chiama la «demonizzazione del diesel», iniziata con lo scandalo Dieselgate che ha generato dubbi nei consumatori italiani. «In concessionaria vediamo che il cliente è quasi spaventato da un diesel» sottolinea Matricardi e questo nonostante i nuovi motori diesel siano più ecologici rispetto al passato oltre a essere «l’unica opzione possibile per chi deve percorrere più di 25 mila chilometri all’anno» sottolinea Gianluca Previcini, direttore vendite della concessionaria Opel Autentika a Brescia. Previcini sostiene che sia «prematuro parlare di un completo cambio di orientamento dei consumatori: sicuramente c’è molto interesse verso l’ibrido e l’elettrico ma finora i clienti si indirizzano ancora sul prodotto tradizionale. Oppure decidono di aspettare un anno prima di cambiare auto, nella speranza che vengano installate più colonnine di ricarica». L’auto elettrica è quindi il nostro futuro? Probabilmente, ma ci vorrà del tempo. Infatti per ora la quota di mercato rimane ridotta, dal momento che a maggio 2019 in Italia le immatricolazioni di autovetture elettriche, nonostante fossero in crescita, rappresentavano appena lo 0,6% del mercato totale. Il sistema automobilistico italiano necessita dunque di una transizione progressiva. Sul versante delle infrastrutture Anas si è data come obiettivo l’installazione di 41 impianti di servizio ricarica nei prossimi due anni. Anche la filiera dell’automotive richiede tempi più lunghi per adattarsi alle nuove tecnologie. Per costruire un motore elettrico, infatti, sono necessarie molte meno componenti rispetto a un motore diesel o benzina e la produzione intensiva di veicoli elettrici avrebbe un impatto diretto su migliaia di posti di lavoro. L’Italia infatti è al secondo posto in Europa per fatturato nel settore della componentistica per automobili e la sola provincia di Brescia conta circa 20.000 occupati e 250 aziende nell’automotive. Un settore strategico per il territorio bresciano e dunque destinato a percepire in maniera profonda i cambiamenti che impone il progresso tecnologico. Motivo per cui è necessaria una maggiore gradualità nella transizione verso l’elettrico, al fine di evitare trasformazioni rischiose per il nostro modello industriale. •

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