La salute mentale al tempo della pandemia

Gli esterni dell’istituto Fatebenefratelli di Brescia
Gli esterni dell’istituto Fatebenefratelli di Brescia
Gli esterni dell’istituto Fatebenefratelli di Brescia
Gli esterni dell’istituto Fatebenefratelli di Brescia

La pandemia da Covid-19 ha imposto delle rapide riorganizzazioni dei servizi sanitari al fine di rispondere alle pressanti esigenze assistenziali poste da una situazione imprevista, almeno nelle dimensioni che hanno raggiunto soprattutto in certe zone del mondo, come la Lombardia e in particolare la provincia di Brescia. Su Jama Psychiatry, Giovanni de Girolamo e Giovan Battista Tura, psichiatri dell’Irccs Fatebenefratelli di Brescia, in occasione della Giornata mondiale della salute mentale, dedicata quest’anno alla pandemia, hanno analizzato insieme ad altri direttori di Dipartimenti di Salute mentale della Lombardia l’insegnamento da trarre da questa esperienza. «INNANZI TUTTO, i servizi di salute mentale devono essere dotati di tecnologie e procedure di telemedicina appropriate. Inoltre, devono essere attivati una serie di interventi al fine di mitigare le conseguenze potenzialmente dannose della quarantena. I Dipartimenti di Salute mentale dovrebbero essere in grado di assumere una posizione di leadership nella gestione psicosociale di situazioni di emergenza o di disastri su larga scala, e questo richiede l'acquisizione di nuove competenze, in particolare relative a come informare correttamente la popolazione sui rischi, a come formare e diffondere efficaci procedure di prevenzione e gestione dei disastri, a come supportare il personale sanitario e i soccorritori, e sostenere coloro che hanno vissuto un lutto traumatico, come ad esempio è purtroppo accaduto in molti casi di persone decedute perché affette da malattia provocata da SARS-CoV-2» si legge nel report. GLI AUTORI avanzano alcuni suggerimenti per un funzionamento ottimale dei servizi di salute mentale nella nuova situazione creata dalla pandemia: «Questi servizi devono essere in grado di gestire consulti online, tramite videochiamate o servizi di messaggistica, per i pazienti sino ad oggi abituati alle consultazioni “faccia a faccia“. Questi consulti online dovranno includere eventuali aggiustamenti della terapia farmacologica, la comunicazione con coloro che vivono da soli a casa e che sono improvvisamente esposti a un forte isolamento, e un supporto per i pazienti che vivono in famiglie con elevati livelli di conflittualità. Lo stesso vale per il sostegno alle famiglie che hanno figli che soffrono di disturbi dello spettro autistico o con deficit dell’attenzione ed iperattività». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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