L'ALLARME

Emergenza siccità: Lombardia «zona rossa». Prelievi irrigui calmierati

di Giuseppe Spatola
Altissima attenzione nella zona del Po: è "stato di severità idrica alta". L'assessore Sertori: "Per ora nessun problema per l'acqua potabile"
Anche il lago di Garda sta risentendo della grave crisi idrica  delle ultime settimane
Anche il lago di Garda sta risentendo della grave crisi idrica delle ultime settimane
Anche il lago di Garda sta risentendo della grave crisi idrica  delle ultime settimane
Anche il lago di Garda sta risentendo della grave crisi idrica delle ultime settimane

L’Osservatorio permanente sugli utilizzi della risorsa idrica nel Distretto del fiume Po ha stabilito il passaggio dal livello medio di severità idrica allo «stato di severità idrica alta». A confermare l’allarme rosso è stato Massimo Sertori, assessore regionale agli enti locali, montagna, piccoli comuni ed Energia. In questo contesto, l’Autorità di Bacino ha proposto una diminuzione dei prelievi irrigui in tutto il bacino del Po, rilasciando maggiori quantitativi di acqua per far fronte alle necessità potabili. La proposta dell’Autorità prevede di limitare le derivazioni in atto di almeno il 20%, mantenendo inalterati i rilasci dei grandi laghi, oppure di limitare il prelievo alle sole ore notturne. «In relazione alla Lombardia - ha poi spiegato l’assessore Sertori - considerato che al momento non si rilevano problemi all’acqua potabile in modo diffuso, stiamo concentrando gli sforzi per cercare di preservare la prima stagione irrigua e quindi il primo raccolto. 

L’accordo raggiunto con i gestori idroelettrici è volto a mettere a disposizione acqua per coprire almeno 10 giorni di irrigazione». Non sono di poco conto gli obiettivi che vengono perseguiti: «Prendiamo atto e capiamo le necessità rappresentate anche all’interno dell’Osservatorio circa la parte bassa del Po, la problematica del cuneo salino e tutte le conseguenze negative - ha proseguito Sertori -. Proprio per questo riteniamo indispensabile e urgente un confronto delle Regioni con il Governo, per arrivare ad un utilizzo ottimale della poca risorsa acqua disponibile, al fine di contenere al massimo gli inevitabili danni». Il governatore della Lombardia, Attilio Fontana è andato oltre in vista del summit con i colleghi: «In conferenza delle Regioni sottolineerò la necessità di mantenere un equilibrio tra le esigenze del mondo agricolo con quelle legate all'utilizzo civile dell'acqua. Non devono esserci sofferenze né da una parte né dall'altra. Sarà un equilibrio difficile da trovare, ma faremo di tutto per evitare problemi maggiori. Nel frattempo invito tutti i cittadini lombardi a fare uso parsimonioso di un bene prezioso come l'acqua, evitando gli sprechi e quindi facendo la propria parte per quanto concerne gli utilizzi di tipo civile. È stato anche raggiunto un accordo con il mondo agricolo per salvare la prima semina e realizzare il primo raccolto. Si tratta di interventi utili a tamponare la criticità».

A sollevare le diverse ricadute della crisi idrica anche a livello della salute e non solo ambientale è stato l’assessore al Welfare regionale, Letizia Moratti: «Le crescenti pressioni cui sono sottoposte le risorse idriche lombarde determinano scarsità d’acqua e deterioramento della sua qualità - ha precisato il vicepresidente della Regione-. Un contesto che vede mess o a grave repentaglio il concetto One Health a cui si ispira il sistema sanitario regionale lombardo, che riserva una attenzione complessiva sulla salute dell’uomo legata a quella dell’ambiente e degli animali». Sul fronte agricoltura l’assessore Fabio Rolfi mette avanti le mani: «È possibile il recupero di acque reflue a fini irrigui e avvieremo un tavolo per studiare e regolamentare nel miglior modo possibile questa opportunità prevista dalle direttive comunitarie. La tecnologia ci consente di depurare al meglio l'acqua reflua per garantirne di più ai campi in un periodo storico caratterizzato dall'innalzamento delle temperature e da lunghi periodi di siccità. Bisogna imparare a gestire meglio l'acqua che c'è. Intervenire senza prevedere la bacinizzazione è una visione miope che non tiene conto di come la sostenibilità ambientale dipenda anche dall'uso dell'acqua, tramite politiche innovative in un quadro che è completamente cambiato». •.

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