Molotov in via Morelli: in ottobre via al processo

di Paolo Cittadini
Il danno  provocato ad uno dei tendoni della struttura vaccinale dalle due molotov lanciate nella notte della vigilia di Pasqua dai due attentatori poi arrestati
Il danno provocato ad uno dei tendoni della struttura vaccinale dalle due molotov lanciate nella notte della vigilia di Pasqua dai due attentatori poi arrestati
Il danno  provocato ad uno dei tendoni della struttura vaccinale dalle due molotov lanciate nella notte della vigilia di Pasqua dai due attentatori poi arrestati
Il danno provocato ad uno dei tendoni della struttura vaccinale dalle due molotov lanciate nella notte della vigilia di Pasqua dai due attentatori poi arrestati

Si aprirà in autunno il processo a carico di Paolo Pluda e Nicola Zanardelli, i due bresciani arrestati all’inizio di maggio con l’accusa di essere i responsabili dell’attentato incendiario contro il centro vaccinale di via Morelli avvenuto nella notte del 3 aprile. Le due molotov lanciate nell’area trasformata in hub per i vaccini anti Covid fortunatamente avevano provocato solo alcuni danni ad una delle tende installate nello spiazzo che solitamente ospita gli spettacoli viaggianti Chiuse le indagini, il pm Francesco Carlo Milanesi per loro ha chiesto il giudizio immediato e dal prossimo ottobre i due saranno in un’aula del tribunale di Brescia per il processo. Atto terroristico con ordigni micidiali o esplosivi e porto d’armi da guerra i reati contestati alla coppia di «bombaroli». I difensori di Pluda e Zanardelli hanno ora la possibilità di chiedere di accedere al rito abbreviato oppure decidere di affrontare il dibattimento. Pluda, 52enne residente a Brescia, nelle scorse settimane ha lasciato il carcere e si trova ai domiciliari dopo avere nuovamente ammesso le proprie responsabilità nel corso dell’ultimo interrogatorio fatto in procura. Zanardelli, 51enne di Monticelli Brusati, è invece ancora in cella (in interrogatorio avrebbe risposto solo ad alcune delle domande dei magistrati rimanendo però in silenzio davanti ad altre richieste di chiarimento) dopo che il tribunale del Riesame la scorsa settimana ha rigettato la sua richiesta di attenuamento della misura della custodia cautelare in carcere. A incastrare i due uomini erano state le immagini di una delle telecamere di videosorveglianza installate nel distributore di benzina di via Crotte dove Pluda e Zanardelli avevano preparato le due bottiglie molotov che dopo pochi minuti avevano lanciato contro il centro vaccinale. Dai video gli inquirenti erano riusciti a risalire anche all’auto, una Dacia, utilizzata per raggiungere via Morelli e risultata di proprietà di Pluda. L’azione dei due, per gli inquirenti «soggetti vicini ad una destra anomala, non inquadrabile in schieramenti già noti», per il gip che aveva disposto il loro arresto «da un lato voleva ostacolare la campagna vaccinale arrecando un grave danno al Paese, dall’altro era concretamente idonea e orientata a intimorire la popolazione, orientando il sentire comune verso posizioni negazioniste fino a compromettere l’unico strumento oggi praticabile per il contenimento della pandemia: un evento che aveva come bersaglio la libertà di chi non condivide le idee degli attentatori di accedere al vaccino, al fine di generare il panico». Un’accusa respinta da entrambi i responsabili. «Non siamo terroristi - avevano sostenuto -. Il nostro era un gesto dimostrativo. Chiediamo scusa».•.

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