«Non era la prima volta che si sentiva sparare»

di Giancarlo Chiari

«L’altra sera dopo le 22 ho sentito diverse esplosioni, ho pensato fossero i mortaretti di chi andava in discoteca al Number One o i fuochi artificiali che dovevano esserci a Clusane o Iseo per il Ferragosto; ma non molto tempo dopo ne ho sentiti altri quattro o cinque stavolta diversi, e mi sembravano colpi di pistola, differenti da quelli dei fuochi, più nitidi. C’era buio e non vedevo nulla, sentivo persone che parlavano e poi mi sono reso conto che quelli erano davvero colpi di pistola; sono salito al secondo piano e quando sotto il condominio dall’altra parte sono arrivati i carabinieri, un’ambulanza e infine l’elicottero ho capito che non mi ero sbagliato». È la testimonianza di Alessandro, 70 anni, che abita in via Diaz, a Corte Franca, tra il Number One e via Gallo da dove dovrebbero essere partiti i colpi che hanno colpito il bambino di 22 mesi: «Può darsi, c’erano voci, ma non mi piace spettegolare», dice poi quando gli viene chiesto se ha pensato se il responsabile di quegli spari volesse per così dire «divertirsi». I momenti concitati della sera di Ferragosto sono stati vissuti con apprensione da chi abita a poca distanza da quel segnale stradale di via Gallo che ieri mattina si presentava sforacchiato da otto colpi di arma da fuoco; peraltro su uno dei nuovi pali della via, costruito non in metallo ma in fibra, sono presenti oltre una ventina di buchi di entrata e uscita, che si possono realizzare soltanto con un’arma: «Ma non è il Number One il problema - ha detto ancora il 70enne Alessandro -: il problema è sempre all’esterno del Number dove succede un po’ di tutto, il problema sono le persone che non pensano a quello che fanno». Quindi poi ritornando al racconto di quanto avvenuto nella tarda serata di lunedì il pensionato, che conosce la guardia giurata accusata di avere sparato colpendo il bambino, rifiutandosi ancora di riferire «pettegolezzi che ci sono in paese» ha comunque ricordato: «Le maestre però si erano lamentate perché entrando con la pistola in spaventava i bambini. Quando poi glielo avevano fatto notare la storia era finita». E a vivere da vicino quanto accaduto l’altra sera è stata anche un’altra famiglia che abita nella vicina via Diaz. La padrona di casa ha raccontato: «Verso la fine della partita di calcio trasmessa in televisione ci siamo accorti che qualcuno, e non era la prima volta, stava sparando in strada. Abbiamo portato subito il nipotino al piano di sotto mentre mio marito si sgolava gridando di smettere. Non potevamo vedere chi fosse, in primo momento pensavamo fossero i fuochi artificiali o dei mortaretti, ma mio marito che va a caccia aveva capito. C’era mio figlio con mio nipote e siamo scesi al piano sotto: mio marito ha gridato di smetterla più di una volta… poi è successo quel che è successo». «Spero tanto che il bambino ce la faccia ma mi domando come sia possibile che qualcuno si diverta in quel modo - conclude la donna -: sulla strada passano tantissima ragazzi alla sera e adulti durante il giorno. Le armi sono pericolose. Quando mio marito pulisce il fucile di caccia scende in cantina e non vuole nessuno vicino, mentre in questo caso hanno sparato su una strada che è davvero molto frequentata».•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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