«O apriamo in modo abusivo o sarà il fallimento per tutti»

di Milena Moneta
Ancora stop  per le discoteche bresciane: i locali restano chiusi
Ancora stop per le discoteche bresciane: i locali restano chiusi
Ancora stop  per le discoteche bresciane: i locali restano chiusi
Ancora stop per le discoteche bresciane: i locali restano chiusi

«O si chiude per fallimento o si apre abusivamente: purtroppo non ci lasciano alternative». È veramente sconsolato Domenico Zucchi presidente Silb, sindacato locali da ballo, gestore del «Disco Plaza» a Roè Volciano, dato che il settore discoteche resta quello più penalizzato: serrande abbassate senza se e senza ma. «Nonostante tutti i protocolli disposti a mettere in atto siamo l’unica categoria a non poter lavorare - dice -. Tra l’altro con una bella contraddizione: le discoteche che avrebbero la possibilità di controllare green pass, distanziamento e quant'altro per essere covid free devono chiudere, poi però si balla dove capita, dalle piazze alle spiagge, dai bar e alle piste improvvisate e ci sono tanti assembramenti di piazza ed in strada del tutto fuori controllo. Sembrano le grida manzoniane: proclami altisonanti impotenti a cambiare la realtà, dato che sui social e sotto gli occhi della gente si vedono affollamenti senza regola». Già la proposta di aprire solo i locali all’aperto con obbligo di green pass e una riduzione del 50% della capienza, a suo parere, non era sostenibile economicamente, ma niente addirittura...«Non vorrei fossimo il capro espiatorio di beghe politiche che nulla hanno a che vedere con il ballo e l’intrattenimento - riprende Zucchi -. Del resto si fidano o non credono a vaccini e tamponi. Oppure chi prende queste decisioni vive fuori dal mondo, dati gli esempi di aggregazioni, nei pubblici esercizi e oltre, molto più pericolose dal punto di vista del contagio mentre le discoteche con il green pass garantirebbero un divertimento controllato e sicuro». Spera che ci siano ancora margini di trattativa e per il buon senso, «altrimenti molti chiuderanno per sempre e resterà il caos della mala movida». «Un comparto del tutto abbandonato il nostro -gli fa eco Max Tosetti titolare de “La torre” di Gardone Riviera- come se non avessimo problemi economici e soprattutto fossimo gli untori del mondo». A parte una trentina di giorni tra luglio e agosto dell’anno scorso per la parte all’aperto, il suo locale è rimasto chiuso per quasi due anni: «Se anche ci fosse un ripensamento la stagione è praticamente finita: su quanti weekend potrei contare ammesso di trovare ancora personale adatto? Eppure basta guardarsi intorno e vedere come la gente stia ovunque a stretto contatto senza più precauzioni». «Allucinato» si dice Paolo Capretti della storico locale di ballo liscio di Calcinato: «Siamo gli unici discriminati, tagliati fuori da tutto, senza apertura e senza aiuti, e i risparmi prima o poi finiscono. Difficile a 60 anni inventarsi un altro lavoro. Ho suggerito al nostro sindacato una azione legale contro lo Stato».•.

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