Ospedali in affanno: 940 pazienti Covid, 69 in terapia intensiva

di Giuseppe Spatola
Bergamo e Cremona aiutano accogliendo i contagiati bresciani. Il segretario Anaao-Assomed: «Siamo al livello 3 di emergenza»

Novecentoquaranta ricoverati con sintomatologia Covid di cui 69 in terapia intensiva: gli ospedali bresciani nelle ultime ore sono arrivati ad essere in affanno, costringendo Areu a distribuire i nuovi ricoverati anche sui presidi di Bergamo e Cremona.

I nuovi ricoverati agli Spedali Civili sono stati 30 in 24 ore, 18 sul Garda e 23 tra Poliambulanza e Istituti ospedalieri bresciani. In totale agli Spedali i pazienti in terapia intensiva sono 26, 14 sul Garda e 6 in Franciacorta, con altri 14 in Poliambulanza e 5 al gruppo San Donato-Istituti ospedalieri bresciani. La complessità della situazione ospedaliera è stata confermata da Fabio Pezzoli, direttore sanitario dell'Azienda Ospedaliera Papa Giovanni XXIII di Bergamo. «Negli ultimi giorni abbiamo avuto pazienti che ci vengono assegnati dalla centrale operativa lombarda provenienti dalla zona di Brescia - ha spiegato -. Siamo pronti per accogliere queste persone e possiamo ospitare 128 pazienti in letti ordinari e 32 pazienti in terapia intensiva».

Una preoccupazione è anche l'età dei pazienti. «Negli ultimi giorni l'età media dei ricoveri si è leggermente abbassata e per questo siamo molto preoccupati. Fondamentale andare avanti a spron battuto - ha concluso - con i vaccini perché saranno la nostra unica vera risoluzione al problema». Intanto in Lombardia, a livello di organizzazione e allerta della rete ospedaliera per la gestione dei pazienti Covid, è tornata ai livelli di metà-fine ottobre, poco prima del picco di novembre.

A confermarlo è anche Stefano Magnone segretario regionale di Anaao-Assomed Lombardia. La Regione ha attivato infatti «il livello 3 su 4 di organizzazione della rete ospedaliera e delle rianimazioni - ha rimarcato Magnone -. Ciò significa che gli ospedali non hub mandano i malati critici di Covid agli ospedali hub di riferimento, e che i vari centri hub di riferimento per le altre patologie, come infarti e ictus, collaborano tra di loro».

È stato inoltre chiesto ai medici «di rallentare l'attività libero professionale in intramoenia, in modo proporzionale a quella di ricovero per altre patologie. Il rallentamento - prosegue Magnone - non riguarda invece l'attività ambulatoriale». Per quanto riguarda la situazione di Brescia «in particolare agli Spedali Civili, la maggior parte dei ricoverati è con variante inglese. A differenza delle prime due ondate però - ha concluso - questa volta sta funzionando la medicina territoriale e in particolare il filtro delle Usca. In questo modo al pronto soccorso arrivano davvero i pazienti che hanno bisogno di ricovero».

Stessa situazione anche in provincia di Cremona. «Negli ultimi giorni abbiamo ricevuto diversi pazienti dalla zona di Brescia e alcuni di questi sono in terapia intensiva», ha spiegato il primario di terapia intensiva dell'ospedale Maggiore di Cremona, Enrico Storti. Ma il fronte sanitario regge. 

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