Patto per il lavoro, colloqui a quota 1.200

di Silvana Salvadori
In provincia di Brescia sono 19.746 le domande di Reddito di cittadinanza da marzo ad oggi
In provincia di Brescia sono 19.746 le domande di Reddito di cittadinanza da marzo ad oggi
In provincia di Brescia sono 19.746 le domande di Reddito di cittadinanza da marzo ad oggi
In provincia di Brescia sono 19.746 le domande di Reddito di cittadinanza da marzo ad oggi

Oltre 450 colloqui in poche settimane di lavoro. I navigator nei Centri per l’impiego di città e provincia in quasi un mese di lavoro hanno già incontrato centinaia di bresciani. A questi vanno aggiunti altri 750 colloqui effettuati nei mesi scorsi direttamente dal personale dei Centri per l’impiego che si erano visti arrivare spontaneamente allo sportello i percettori del Reddito di cittadinanza. IN TOTALE, al 12 novembre ben 1.207 bresciani avevano già completato la sottoscrizione del Patto per il lavoro e delle dichiarazione di immediata disponibilità (Did) al lavoro. I navigator designati, che nel frattempo sono diventati 45 nella nostra provincia e cresceranno fino a 50 entro la fine di novembre, come confermano da Roma, hanno però ancora un gran lavoro da fare: restano da contattare e incontrare ancora almeno 4.800 persone, stando agli ultimi dati in possesso dei Centri per l’impiego sul numero di domande accettate per il Reddito di cittadinanza nella nostra provincia. L’Inps, però, ha pubblicato un aggiornamento sui dati (al 5 novembre) che amplia di molto quelli in possesso al Centro per l’impiego: in provincia di Brescia si contano 19.746 domande di Rdc presentate da marzo a oggi, di queste ne sono state accettate più della metà, 10.481. La parte del leone la fanno la città e i grossi centri urbani: a Brescia sono state presentate 4.731 domande, ma solo 2.854 sono state accettate. A Chiari ne sono state accolte 178 su 364, a Desenzano 303 su 482, a Ghedi 154 su 329, a Montichiari 226 su 475. In tutta Italia Reddito di cittadinanza e Pensione di Cittadinanza hanno superato la quota di un milione di domande accolte: al 31 ottobre 2019 sono state accettate 900.283 domande di Rdc e 120.327 di Pdc, per un totale di 1.020.610 nuclei familiari raggiunti dalla misura di contrasto alla povertà. Le tre regioni nelle quali sono state accolte più domande sono: Campania (RdC 177.194, PdC 17.731), Sicilia (RdC 158.675, PdC 17.997) e Puglia (RdC 84.315, PdC 9.474). «In questo momento, i navigator stanno facendo un lavoro fondamentale incontrando i richiedenti con il loro nucleo famigliare, per individuare correttamente le mansioni e costruire un profilo il più dettagliato possibile», spiega Angelica Zamboni, coordinatrice dei Centri per l’impiego di Brescia. Tutto propedeutico all’avvio della fase due che però, realisticamente, non potrà partire prima di gennaio. «Attendiamo anche noi con trepidazione che i navigator avviino la fase di scouting verso le aziende, ma stanno ancora completando la formazione di questo aspetto certo più complicato fino a fine dicembre – prosegue la Zamboni -. Il lavoro di scouting aziendale è un anello mancante alla nostra catena di lavoro nei Centri per l’impiego, perché non abbiamo personale che si possa occupare di andare nel territorio a rapportarsi con le aziende. Ci interessa particolarmente che i navigator vengano appositamente formati per farlo e speriamo che questa metodologia possa diventare prassi anche per i nostri Centri». Fila dunque tutto liscio a Brescia per il Reddito di Cittadinanza? IN REALTÀ qualche intoppo c’è. Ad esempio, la mancata risposta di alcuni percettori della misura di sostegno alla chiamata del navigator perché, da marzo a oggi, hanno cambiato numero di telefono senza comunicarlo e risultano irreperibili. «Procederemo d’ufficio con la convocazione a mezzo raccomandata – spiega Zamboni -, se non si presenteranno nemmeno dopo i solleciti ufficiali, dovremo provvedere ad aprire la segnalazione». Pena la decadenza del diritto per chi non sottoscrive il Patto e la Did. E ancora: «Ci sono capitati alcuni casi molto difficili per i quali sarà estremamente complesso trovare una collocazione nel mondo del lavoro», prosegue la responsabile. Si tratta, ad esempio, di persone di origine straniera che non parlano italiano e hanno scarse abilità. «L’unica speranza di collocamento per alcuni credo siano i lavori di pubblica utilità. Il ministro Catalfo ha recentemente firmato il ministeriale che ne concede l’attivazione per i percettori del Reddito, ma siamo in attesa di capire come muoverci anche di concerto con i Comuni» conclude. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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