POLITICA

Pd, Fi, Fdi: a Ferragosto non si ferma il valzer dei nomi bresciani

di Luca Goffi
Girelli, Bazoli, Misiani, ma l'alternanza di genere conta nelle scelte finali del Partito Democratico, In Fratelli d'Italia salgono le quote di Calovini e Zarneri. Paroli in bilico in Forza Italia
Gianpiero Maffoni (Fdi), Miriam Cominelli e Gian Antonio Girelli del Pd
Gianpiero Maffoni (Fdi), Miriam Cominelli e Gian Antonio Girelli del Pd
Gianpiero Maffoni (Fdi), Miriam Cominelli e Gian Antonio Girelli del Pd
Gianpiero Maffoni (Fdi), Miriam Cominelli e Gian Antonio Girelli del Pd

La direzione del Partito democratico approva il programma elettorale, ma fa più rumore il fiume carsico delle correnti che cerca di confermare i propri parlamentari uscenti. È il tempo delle trattative, il Nazareno diventa teatro di negoziazione, tra sguardi affranti, volti tesissimi e scenari futuribili che mutano ora dopo ora. Le ipotesi e le voci di corridoio si inseguono, nel frattempo la federazione bresciana trattiene il respiro in attesa di un riscontro dal segretario regionale Vinicio Peluffo. Ma le sue comunicazioni tardano ad arrivare. Nei giorni scorsi si è provato ad abbozzare una serie di incastri e proiezioni all’interno dei collegi lombardi. Di questi, circa l’85% dava in posizione eleggibile Gian Antonio Girelli, circa la metà delle possibilità per il deputato uscente Alfredo Bazoli e soltanto il 20% a entrambi di farcela. Infine nelle ultime ore si registra una risalita delle quotazioni di Miriam Cominelli (resta pur sempre la seconda preferita dai militanti bresciani). Ma, soprattutto, qualora il gioco delle capolista donne al Senato dovesse condurre a un vicolo cieco, le sue possibilità di arpionare una posizione eleggibile crescerebbero.

Però il modello utilizzato a Brescia è limitato poiché tiene in considerazione soltanto la questione lombarda. Considerato inoltre che la situazione dei capilista alla Camera deve rispettare l’equilibrio di genere 60% a 40% su base nazionale, è evidente come ogni scenario sia precario. Potrebbe limitare la corsa di Antonio Misiani la necessità di dover usufruire di una deroga ma, è difficile che il consigliere economico del partito possa essere escluso dalla corsa in Parlamento. Dunque potrebbe aprirsi uno scenario in cui il bergamasco sarebbe capolista nel proporzionale del Senato, con Alfredo Bazoli e Gian Antonio Girelli alla sfida interna per la posizione eleggibile nel collegio bresciano della Camera.

A quel punto quale logica prevarrà? La continuità del lavoro parlamentare, l’equilibrio su base anagrafica con gli altri collegi, la spinta territoriale, la forza delle correnti, la sintonia con gli ambienti del potere o una necessità in una specifica tematica? Quell’85% di possibilità che dava il consigliere regionale Girelli in posizione sicura, nella palude romana pare leggermente sceso. Tuttavia sembra impossibile assistere a una doppia negazione della volontà del territorio. Dopo un’eventuale perdita del capolista al Senato si assisterebbe a un’ulteriore perdita dell’uomo che rappresenta i bresciani. Anche nel centrodestra si è aperta, seppur in modo meno evidente, la sfida ai seggi sicuri.

In Fratelli D’Italia oltre a Gianpietro Maffoni sembra che le quotazioni di Giangiacomo Calovini siano in risalita, così come quelle di Diego Zarneri. Essendo Giorgia Meloni ad avere l’ultima parola sulle candidature, non è escluso che possa estrarre dal cilindro l’imprenditore di Ponte di Legno, Severino Silini. Infine su Forza Italia sembra tornato il sereno, la sintonia tra Adriano Paroli e i vertici del partito non è in discussione però in un momento così precario basta un nulla per bruciare seggi uninominali e candidature. Questa la sorte che accomuna senza distinzioni i parlamentari uscenti di destra e sinistra.•.

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