Loggia

Plateatici a Brescia, allargamento concesso anche al Corso e alle piazze del centro

di Eugenio Barboglio
Marcia indietro del Comune: riabilitati i luoghi top prima esclusi. Per tutti procedure più semplici per le richieste. Ma stop alla gratuità: si pagherà pure per l’«ampliamento Covid»
Plateatici in piazza Paolo VI
Plateatici in piazza Paolo VI
Plateatici in piazza Paolo VI
Plateatici in piazza Paolo VI

Plateatici tra conferme e correzioni e marce indietro. L’ultima è la più importante, la marcia indietro. Il Comune di Brescia riabilita piazza Loggia, Paolo VI, Arnaldo e corso Zanardelli. Non faranno più eccezione, ma potranno godere della proroga dei plateatici che era, un paio di settimane fa in sede di anticipazioni, stata esclusa. Poi la correzione: riguarda la procedura per richiedere il «di più» di tavolini ottenuti da bar e ristoranti durante lo stato di emergenza Covid, sarà più semplice e veloce.

Infine la conferma: l’onerosità, in altre parole è stop alla gratuità ma anche su i plateatici Covid si pagherà l’occupazione. La giunta comunale ieri mattina (in seduta straordinaria) ha votato la delibera che era stata anticipata nei passaggi salienti. Era attesa. La delibera proroga fino alla fine dell’anno i plateatici che erano stati autorizzati in via straordinaria per il Covid e che erano scaduti il 31 marzo, con la fine dell’emergenza.

La delibera formalizza quanto già noto a cittadini e commercianti. Ma qualcosa, come detto, cambia anche. Ma cosa era stato annunciato e cosa è cambiato? Era stato annunciato che i bar e i ristoranti avrebbero potuto continuare ad usufruire del «di più» di tavolini ottenuti in ragione del Covid (il 50 per cento in più rispetto alla originaria concessione e concessioni ex novo date a chi non le aveva mai chieste). Ma la proroga non era una automatica conferma dello status quo (e di questo i locali si erano lamentati), ma presentava due aspetti di novità: il primo che i nuovi plateatici da gratuiti diventavano a pagamento (tassa di occupazione del suolo); la seconda che se durante l’emergenza per avere i tavolini in più era bastata una domanda in Comune scritta «sulla carta del formaggio», come dice l’assessore Valter Muchetti con una metafora, con la fine dell’emergenza la procedura tornava quella di sempre delle concessioni comunali sul suolo pubblico, quindi più complessa e lunga sia nella presentazione che nella risposta degli uffici.

Ma soprattutto, escludeva le tre piazze e il corso dalla possibilità di avvalersi della proroga, insistendo lì vincoli della Soprintendenza. Questa esclusione viene meno nella delibera. Ristoranti e bar delle tre piazze e del corso si potranno comportare come tutti gli altri, e ottenere il +50% e i plateatici ottenuti col Covid. E questo perchè la loro disciplina, ha scelto la giunta, sarà rinviata al Regolamento generale che l’assessorato sta mettendo a punto.

Quanto alla procedura di richiesta delle proroghe, non arriva al grado di semplificazione della «carta del formaggio», ricordata da Muchetti, ma che è comunque agevolata. In che cosa? Nel considerare valida e operante l’autorizzazione già data in periodo di emergenza. Gli esercizi di somministrazione dunque non dovranno presentare corpose pratiche e attendere vari pareri di uffici comunali come prospettato nella bozza di delibera, ma seguire una strada più semplice e immediata.

Richiesta di proroga più snella, dunque, ma accompagnata da un dato: la comunicazione dei metri quadri del plateatico, un dato senza il quale il Comune non può quantificare la tariffa di occupazione del suolo. Dunque, riassumendo, la delibera conferma l’onerosità, la necessità di ripresentare domanda al Suap, quindi ribadisce la non automaticità della proroga (che invece avrebbe voluto il centrodestra, lo ha detto in Consiglio comunale Paola Vilardi di Forza Italia, citando ad esempio, nel corso del dibattito, Iseo e Desenzano), e di presentarla con le metrature giuste per consentire il pagamento, dà per acquisita l’autorizzazione precedentemente rilasciata dal Comune durante l’emergenza ma stringe i tempi della concessione.

E infine, toglie di mezzo quella che alcuni avevano indicato come la «discriminazione» di piazza Paolo VI, Loggia, Arnaldo e corso Zanardelli.

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