LE REAZIONI

Pos obbligatorio, a Brescia un avvio tra luci e ombre

di Marta Giansanti
Dal 30 giugno le nuove regole: per chi rifiuta bancomat o carta è prevista una sanzione di 30 euro, aumentata del 4% del valore della transazione
Se nei negozi i pagamenti elettronici sono una consuetudine,  non sempre così per le altre attivitàPer artigiani, commercianti e professionisti scatta il giro di vite: dal 30 giugno accettare carte e bancomat è obbligatorio Anche per un caffè si può usare il bancomat  FOTO ONLY CREW/Davide Brunori
Se nei negozi i pagamenti elettronici sono una consuetudine, non sempre così per le altre attivitàPer artigiani, commercianti e professionisti scatta il giro di vite: dal 30 giugno accettare carte e bancomat è obbligatorio Anche per un caffè si può usare il bancomat FOTO ONLY CREW/Davide Brunori
Se nei negozi i pagamenti elettronici sono una consuetudine,  non sempre così per le altre attivitàPer artigiani, commercianti e professionisti scatta il giro di vite: dal 30 giugno accettare carte e bancomat è obbligatorio Anche per un caffè si può usare il bancomat  FOTO ONLY CREW/Davide Brunori
Se nei negozi i pagamenti elettronici sono una consuetudine, non sempre così per le altre attivitàPer artigiani, commercianti e professionisti scatta il giro di vite: dal 30 giugno accettare carte e bancomat è obbligatorio Anche per un caffè si può usare il bancomat FOTO ONLY CREW/Davide Brunori

Il «Pos-Day» è arrivato. Da ieri commercianti e professionisti non possono più rifiutare i pagamenti elettronici: rischiano una sanzione amministrativa di 30 euro, aumentata del 4% del valore della transazione per la quale sia stata rifiutata l’accettazione. E il fronte degli artigiani bresciani si spacca. «Non è un problema - ammette Gianni Bossoni, tassista da oltre un decennio -, sono almeno due anni che accetto pagamenti con carta o bancomat. Un servizio sempre più apprezzato e richiesto. Di solito sono solo gli anziani a voler pagare in contanti. Per tanti passeggeri e viaggiatori è una comodità, d’altronde anche noi tassisti siamo un’attività commerciale ed è giusto adeguarsi alla norma».

Un obbligo anticipato di sei mesi, inizialmente, fissato al 1° gennaio del 2023. «Finalmente la smetteranno di additarci come la principale causa di evasione del Paese - chiosa Carlo, idraulico da una vita -. È sbagliato fare di tutta l’erba un fascio, in qualsiasi settore c’è sempre chi cerca di fare il furbo ma non si deve generalizzare». Un fenomeno che il Governo intende combattere rendendo operativo il decreto legge datato 2012 e successivamente modificato dall’articolo 23 collegato alla Legge di Bilancio 2020. «Non credo sia la giusta soluzione - sottolinea l’elettricista Piero Lussignoli -. Partiamo dal presupposto che, oggi, gli evasori nel mondo dell’artigianato e del commercio sono davvero rari, quelli che lo fanno hanno dalla loro parte persone conniventi che, sicuramente, continueranno a farlo. Perché i controlli si avranno solo se sarà proprio il cliente a chiamarli». In ogni caso si dovrà sempre avere con sé un Pos. Nessuna scusa ammessa, ad eccezione di problemi tecnici alla linea. «Sono spese in più da sostenere tra costi di commissione e di gestione - specifica l’idraulico Franco Simonelli -, che inevitabilmente andranno a ricadere sul listino prezzi dei servizi».

Una possibilità annunciata anche da Bortolo Agliardi, presidente dell'Associazione Artigiani di Brescia: «Tutte le novità creano un po’ di trambusto iniziale, sicuramente, tra qualche settimana non se ne sentirà più parlare. Una misura che verrà rispettata senza questioni, nonostante delle costose difficoltà - sottolinea -: ci sono ditte che hanno alle loro dipendenze diversi artigiani e ognuno di loro dovrà essere fornito di un Pos. Tradotto: non poche spese. Perché il governo ha il brutto vizio di caricare le imprese di continui balzelli che, per forza di cose, si vedranno costrette a caricare sul cliente finale». Ma non solo. «L’evasione fiscale si può combattere con azioni incisive ma è soprattutto un fattore culturale - aggiunge Agliardi -, una sensibilizzazione, però, che deve essere agevolata attraverso interventi mirati, come ad esempio l'abbattimento dell’Iva, perché l'attuale 22% è un'esagerazione. Se lo Stato non dilapidasse i soldi versati dai contribuenti probabilmente potrebbero chiederne di meno, favorendo sì la lotta all’evasione». Agire su spese e costi: ne è convinto anche Eugenio Massetti, presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia: «Non siamo mai stati contrari: il pagamento elettronico è un sistema a cui tutti guardano con favore, ma da anni sollecitiamo l’abbattimento dei costi a carico delle imprese. Un vero cambio di passo per rendere questo tipo di transazioni meno onerose, partendo dalla gratuità nei micro pagamenti e al di sotto di una certa cifra». Richieste, però, cadute nel vuoto.

«Le banche - specifica Massetti - continuano a guadagnare come prima sulle transazioni mentre gli artigiani e i contribuenti si ritrovano a sostenerne le spese. Per questo Confartigianato da diverso tempo ha attivato una convenzione con Postededicata proprio all’abbattimento dei costi del Pos».•.

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